sabato, agosto 23, 2008

L'accoglienza mantovana

Oggi il mio stage finisce. Domani si torna a Roma. Contentezza di tornare a casa e malinconia di dover salutare colleghi e nuovi amici si mescolano.

Voglio dedicare questo post alla signora Tassan, prima mantovana che abbiamo conosciuto, proprietaria della casa che in questi due mesi e mezzo ci ha ospitato e delle bici che ci hanno trasportato...nonchè nostra guida turistica.

Il nostro primo contatto fu telefonico, a maggio, quando con Valentina eravamo alla ricerca d'un alloggio. Già da quella telefonata trasparì tutta la sua positiva stranezza. Il nostro primo incontro è stato memorabile: in una Mantova trasudante calore nell'ultimo weekend di Maggio (ai miei sei lettori ricordo che in quel weekend l'italia aveva una strana ondata di caldo. temperature sopra la media stagionale di 6 gradi...il momento giusto per venire a mantova a cercare casa) ci diede appuntamento per mostrarci l'appartamento. Arrivò trafelata con 45 minuti di ritardo al Bar Gazzetta, dove avevamo appuntamento, e ci portò in giro per la città in macchina: una monovolume rossa piena di strani oggetti: sedie, piante, cuscini e foglie sparse. Esordì dicendo: "Ragazze, scusate il disordine è che sto sistemando casa in campagna". Quel momentaneo disordine dura da più di tre mesi...la sua macchina è sempre piena di strani oggetti, sempre diversi ma ci sono. I migliori sono stati: un ombrellone, lo schienale in gommapiuma d'un divano letto, piante di vario genere (lì dentro vivevano bene...credo ci fosse un bell' "effetto serra") e un aspirapolvere folletto.

Ma torniamo al nostro primo incontro. Dopo la precisazione proseguì: "Ragazze, scusate, facciamo un attimo una deviazione, passo da un mio amico che fa i diuretici...me ne ha preparato uno fantastico: è utile a dimagrire". La deviazione durò tre ore. Passati dall'amico che fa il diuretico siamo rimasti ore in macchina in giro per mantova: la gentilissima signora ci ha fatto vedere tutto, ma proprio tutto della città di Virgilio...oltre ai monumenti e alle fantastiche piazze e Chiese ci ha mostrato pure la biblioteca comunale, il Blockbuster, la scuola di disegno e pittura, il circolo Arci e tutti i supermercati della città illustrandoci le offerte che ognuno proponeva. Insomma tutto, ma proprio tutto, tranne LA CASA.

Tre ore in macchina con lei, uno scampato incidente con una bici e l'appartamento ancora non ce l'aveva fatto vedere. Alla fine, dopo molta insistenza ci fa vedere un appartamento dello stesso palazzo e ci dice: "Qui ci abita un ingegnere, sarà il vostro vicino di casa. Scusate se non vi faccio vedere la vostra, ma tranquille: questa è uguale. Ci vediamo domani per il contrattino. Venite con la prima mensilità".

Io e Vale passammo la notte a interrogarci sul perchè ci avesse fatto vedere la casa dell'ingegnere (nella quale tra l'altro abbiamo poi scoperto essere entrate a sua insaputa) e non la nostra e il giorno dopo le intimiamo di non firmare il contrattino (ovvero una carta privata) se non ci fa vedere casa. Dopo molta insistenza acconsente. Entriamo e...era davvero carina, ma con quella dell'ingegnere non c'entrava nulla! Ah, ovviamente anche qui entriamo all'insaputa degli inquilini. Scopriremo poi essere un'abitudine della signora entrare in casa con sconosciuti in assenza degli affittuari...l'ha fatto anche con noi.

Contente firmiamo il contratto, lasciamo la caparra e torniamo a Roma.

Sorvolando tutti gli incontri di questi due mesi e mezzo, tutti più o meno dello stesso tenore, vi racconto l'ultimo, secondo me il migliore.

Due giorni fa esco da lavoro un pò prima con l'intenzione d'andare a fare spesa. Vale mi avrebbe dovuto raggiungere al supermercato. Pedalo per 15 metri appena fuori dalla Gazzetta, quando una Passat rossa mi viene incontro. L'auto, ostinata a inserirsi cmminando in avanti in un parcheggio che a stento avrebbe potuto occupare anche a marcia indietro, per poco non mi investe. Mi spiaccico letteralmente sul muro e la macchina posteggia. Scende la signora Tassan iper sorridente con un mazzo di basilico e prezzemolo in mano (credo ci stesse guidando) e mi fa: "Salve, come va?", io "Buongiorno Signora!", lei: "Fate attenzione però con queste biciclette, non me le rompete". Ma come? Era lei che mi stava investendo...mah!

Nel mentre scende dall'auto un uomo (ebbene sì, tra tutte le altre cianfusaglie c'era pure un signore!) e la Tassan, porgendomi il mazzetto di prezzemolo e basilico mi fa: "Ah, lui è il mio vicino di casa Giovanni, te lo presento". Io, mazzetto d'erbetta in mano e caviglia sanguinante (solo in quel momento mi sono accorta d'essermi graffiata con il pedale) scendo dalla bici per presentarmi.

La signora, rivolta a me: "Lui è Giovanni", rivolta a lui: "Lei è Valentina!". Io: "No no, sono Monia, Valentina è l'altra ragazza che vive con me - ridendo -la signora ci confonde sempre, ma anch'io spesso confondo le persone".

Lei: "oh, scusami è vero, lei è Monia! La leggo sempre sulla gazzetta: ha scritto della pantera che che aveva seminato il terrore a Solferino". Ovviamente essendo io nella redazione sportiva l'unico Solferino che conosco è la squadra di tamburello e non posso aver scritto della pantera. La signora continua a confondermi. Il suo vicino di casa inizia a farmi domande. "ah, ma poi com'è finita? ma esisteva davvero la pantera?" e io, a quel punto, mi spaccio per Valentina e inizio a raccontare che ho chiamato il veterinario specializzato in grossi felini per fargli analizzare l'impronta rinvenuta in un campo e cavolate simili nel disperato tentativo di ingannare il tempo in attesa che la Tassan tornasse a riprendersi il prezzemolo.

Lei, invece, si era infilata per metà nella macchina con la testa fra miriadi di cianfrusaglie che cercava non so cosa. Esce dopo 10 minuti con un pomodorpo che aveva dissotterato dal caos generale e mi fa: "Te lo regalo insieme al prezzemolo così con Monia (ari-daje! ndr) vi fate un buon sughino, me li ha regalati un contadino". Però aspetta che ne ho altri. Si rinfila col busto in macchina sotto valanghe di roba (cassette di ogni sorta e genere, cuscini vari e altri oggetti di dubbia origine) e continua a scavare alla ricerca dei pomodori. Io, che nel mentre avevo avuto l'infelice idea di risalire in bici, tenevo la bici con le gambe, in una mano il prezzemolo, nell'altra il pomodoro e attendevo che lei trovasse gli altri chiedendomi dove li avrei messi (la bici non ha cestino).

Giovanni, il suo amico, saluta ed entra nel portone di casa sua.

Risbuca la Tassan dalla macchina con due pomodori e mi mette anche questi in braccio. Si gira, chiude lo sportello e mi saluta. Panico: sono in mezzo strada che tengo la bici con le gambe e ho in braccio varia verdura...che fare? Vuoi che in tutto quel caos primordiale la Tassan non abbia una bustina? chiedo: "Signora, signora, aspetti!!! ...scusi eh, lei è così gentile, io la ringrazio tanto, però...non è che avrebbe pure una bustina? Sa', mi riesce un po' difficile andare in bici così...." . Lei: "oh, scusa scusa hai ragione, aspetta!".

Riapre la macchina e si rinfila a metà, con le gambe fuori e il busto dentro e rovista, rovista, rovista. Io intanto mi guardo intorno alla ricerca delle videocamere di candid camera: questa situazione non può essere reale. Invece lo è: niente telecamere e nel mentre la Tassan esce dalla macchina con una busta che ignoro cosa contenesse prima...

Mi risaluta, metto a posto tutto e non vado più a fare spesa. Mi rigiro e torno in Gazzetta così. Inutile dirvi la fatica di raccontare a Valentina dove avessi preso quella roba.

Comunque la sera abbiamo mangiato ben due varianti di pasta: una fredda con pomodoro e basilico e l'altra con un "sughino" spettacolare.

Che dire: casa, biciclette, e verdure fresche...GRAZIE SIGNORA TASSAN, se a Mantova siamo state bene lo dobbiamo anche a lei... e la mia dichiarazione NON è ironica!

venerdì, agosto 22, 2008

Dedicato a tutti quelli che....


Prosegue la fila di post paranoici-malinconici, ma questo potrebbe piacervi.
E' dedicato a tutti quelli che hanno un sogno. Il film ("La Ricerca della felicità") non si può definire un "bel film"..è praticamente fatto, prodotto e interpretato da Will Smith & family, anche il regista Muccino è stato scelto da lui, però, a prescindere dalle doti artistiche, la storia (tra l'altro reale, due anni fa ho avuto l'onore di incontrare il vero protagonista) è davvero BELLISSIMA.


Insegnamento di vita: "QUANDO LA GENTE NON SA FARE QUALCOSA LO DICE A TE CHE NON LA POTRAI FARE".


Non so perchè accade, ma è così: forse le persone per sentirsi migliori hanno bisogno che gli altri non superino i propri limiti e tentano di smorzare gli altrui sogni sul nascere. Io, invece, trovo importante che gli altri ce la facciano: mi danno coraggio le storie impossibili che però hanno un lieto fine, i sacrifici ripagati e la gente che non si arrende... e anche se io al loro posto non ce la farei mai, provo stima e gratitudine per tutti coloro che riescono laddove io fallirei, perchè mi danno una speranza nell'essere umano, mi spronano a fare meglio e mi lasciano pensare che ce la si può fare nonostante tutto.


Questa scena/frase voglio dedicarla a cinque persone che hanno bisogno di coraggio perchè qualcuno gli ha detto di "lasciar perdere":


- Ilario. Lui in testa alla classifica perchè è quello che due domeniche fa mi fece tornare in mente questa frase, quando qualcuno gli espresse le sue perplessità sulla sua storia d'amore e gli profetizzò che la distanza avrebbe messo la parola "fine" al suo rapporto, ma lui, con gli occhi un pò più tristi, sognava lo stesso il giorno in cui avrebbe rivisto Cristina...(io gli auguro una famigliola italo-americana...anzi, reatino-americana!)


- A.. Perchè in fondo in fondo crede nel matrimonio ma, per paura di fallire, teme anche solo il provare.


- Igor, detto Ciccio. Perchè piange sognando di potersi riunire alla sua famiglia italiana (lui è un bimbo bielorusso) ma nega di farlo e ai genitori giustifica le lacrime dicendo che "gli sudano gli occhi".


- Simone, perchè a calcio proprio non ci sa giocare, ma si impegna al massimo e si diverte pure quando un gol lo sbaglia.


- Francesco. Lui che si demoralizza sempre ma non si arrende mai, a lui a cui della canzone "A te" di Jovanotti piace la strofa: "A te, che m'hai trovato all'angolo coi pugni chiusi, / con le mie spalle al muro pronto a difendermi, / con gli occhi bassi stavo in fila con i disillusi, / tu mi hai raccolto come un gatto e mi hai portato con te".


INCISO: della serie tutto è possibile...non so usare il computer, a volte ho problemi pure con Word eppure...ho fregato il sistema blogger di caricamento dei video: quello che avete visto qui sopra non l'ho inserito con la procedura guidata ( non so perchè non funzionava...) ma USANDO IL LINGUAGGIO HTML...che voi ci crediate o no. Alla faccia di tutti quelli che mi hanno detto che l'informatica non fa per me...alla faccia vostra: tiè! ;)

giovedì, agosto 21, 2008

Analisi storico-sociologica dell'istituzione matrimoniale

Serata paranoica a interrogarsi sull'amore e il matrimonio. Solito discorso: il post può risultare palloso, se smettete di leggere qui non me la prendo. Per rispetto ai miei sei lettori trovo giusto avvisarli.

A. dopo cena inizia a dire quanto sia difficile OGGI il matrimonio: "I matrimoni non reggono perchè oggi abbiamo troppe occasioni per tradire. Prima gli ambienti di lavoro erano divisi:i lavori prettamente maschili e quelli prettamente femminili, difficilmente avevi occasione di confrontarti con una donna che non era tua moglie o con un uomo che non era tuo marito. Oltretutto, i tradimenti che c'erano prima erano per lo più di ordine fisico, adesso invece magari si conosce una brillante collega in ufficio e ci si innamora proprio...tradimento fisico e sentimentale nei confronti della moglie. Ecco perchè ci sono così tanti separazioni e divorzi..."

Valentina ci tiene a sottolineare che lei l'aveva sempre pensata così, è per questo che è così contraria al matrimonio, "l'amore esiste solo in derterminate circostanze, sennò no perchè l'animo umano è corruttibile" .

Monia (se non siete sufficientemente romantici non leggete, sono già stata sbeffeggiata due giorni per aver assunto questa posizione durante la discussione!) fa notare agli altri una cosa: "Scusate, non per essere la solita bambina che crede alle favole, cosa di cui sempre mi accusate, però...vi è mai venuto in mente che i matrimoni di prima di cui voi parlate forse non erano proprio tali? Spesso ai nostri nonni il coniuge veniva scelto dai genitori, ci si sposava non per amore (e quindi già l'essenza del matrimonio era tradita) e si rimaneva insieme per la vita per svariati motivi che con l'amore hanno poco a che fare: la reputazione, i figli, le ripercussioni sociali, l'altrui giudizio eccetera. Vi pare un matrimonio questo? A me sinceramente no. Oggi abbiamo la vera possibilità di crearlo un matrimonio: ci si sposa per amore e, proprio perchè si hanno maggiori possibilità di tradire, si ha la possibilità di non rispettare il coniuge o quella di amarlo. Insomma, prima rimanevano insieme per sempre pur non avendo i presupposti d'amore necessari al matrimonio (salvo poi imparare ad amarsi nel corso della vita), adesso che abbiamo la possibilità di sfruttare il matrimonio nella sua essenza, perchè non sfruttarla? Proprio perchè più difficile forse vale davvero la pena provarci".

Valentina: "Tu ragioni così perchè credi all'anima gemella eccetera, hai una visione favolistica del mondo".

Monia: "Credo che se si vuole che l'amore duri tutta la vita vada alimentato giorno per giorno anche nella difficoltà, anzi, sopratutto nelle difficoltà..."

A. interrompe: "no, scusate, io avevo iniziato questo discorso perchè la cosa mi spaventa. Ne è venuta fuori una bella analisi storico-sociologica, ma...sono spaventato uguale" e su questa frase se ne è tornato a casa sua.

Mi verrebbe da dire: A., non sei solo...se la cosa non ti spaventasse non sarebbe così bella da costruire. Però una cosa me la chiedo: che è successo all'essere umano? Prima era in grado di rimanere assieme a una persona impostagli anche per tutta la vita, ora che se la sceglie da solo ci si lascia così facilmente... Forse se ci fosse rimasto un pò del buonsenso dei nostri nonni e nonne potremmo davvero riuscirci in quest'ardua impresa d'una vita in due...è difficilissimo, ok, ma che mal c'è nel sognare di riuscirci? Nel volerci provare? Continuo a dire che con forza di volontà e determinazione tutto è possibile...ieri il giamaicano Usain Bolt ha percorso 200 metri in 19 secondi e 30 primi, chissà in quanti gli avevano detto che era "favolistico" sognare di avere le ali ai piedi...

martedì, agosto 19, 2008

Il nostro ferragosto

...che si può fare a Ferragosto? pensa che ti ripensa ci viene un'ideona: pic-nic sul Mincio! quando ci ricapita?

Alcuni scatti della giornata:

1- A.. Nella prima immagine mangia un panino più grande della sua testa. Nella seconda è al telefono a 500 metri di distanza da Monia e Valentina per evitare si sentano strane voci di donna mentre racconta alla fidanzata d'essere triste, solo e abbandonato a passare il ferragosto chiuso in casa per non incontrare esseri di genere femminile.



2- Valentina. Nella prima immagine pensa a una vendetta, nella seconda la attua: è al telefono che racconta a Nino di essere in piscina con dei suoi nuovi amici (tutti uomini!) per vendicarsi del fatto che lui la sera prima aveva dormito nel giardino d'una casa dove era andato ad una festa, non potendo tornare indietro a causa problema alla batteria della macchina che si è rifiutata di ripartire...














3- Monia. Con due amici perennemente al telefono a dire dove NON sono poteva:
A - raccontare a Francesco che era sulla luna, rapita dagli alieni che erano venuti a Mantova a cercare forme di vita intelligente. Poco credibile, ma avrebbe rispettato il trend di raccontare ai rispettivi fidanzati tutto e il contrario di tutto, fuorchè dire dove veramente si fosse.
B- passare il tempo studiando le modalità di autoscatto della macchinetta....
Come si evince dalle foto: Monia ha optato per la seconda scelta!










4- Immagini d'ambiente: le formiche che, approfittando della distrazione dei notri amici si sono ubriacate con la coca-cola, e un cigno morto suicida sentendo le telefonate scassaballe di A. e Valentina.





giovedì, agosto 14, 2008

Partenza anticipata, domenica rovinata

Post noiso. Siete avvisati! Se volete smettere di leggere qui non me la prenderò...non voglio sentirmi responsabile della depressione estiva dei miei sei lettori...

Se sei arrivato qui sei masochista...ti avevo messo in guardia. Il punto è che sono stata presa dalla malinconia, tra dieci giorni esatti finisce lo stage. Non che mi dispiaccia tornare a casa, rivedere gli affetti ecc., però...boh, come al solito mi sono affezionata alle persone, anche se mi ero riprosta di non farlo. Non solo: mi sono affezionata pure ai capiservizio scorbutici! Qui sono tutti così...mi sto quasi convincendo che i direttori quando leggono i curriculum per scegliere dai capiservizio vanno alla voce "caratteristiche personali" e se non c'è scritto "Particolarmente scorbutico" scartano il candidato.

Ma il discorso non è questo. Torniamo a noi. Senza troppo divagare il punto è: mi dispiace dover salutare le persone. Mi dispiaceva fin da piccola. Quando andavo al mare conoscevo sempre molti bambini e a fine vacanza chiedevo a tutti l'indirizzo per "diventare amici di penna". Dopo la prima lettera non ci si scriveva più. Con i più determinati a rimanere in contatto al massimo sono arrivata agli auguri a Natale. Vabbè, continuo a divagare.

Il punto è: mi sono fatta prendere dalla malinconia. In compenso Vale è tutta pimpante...sono quindici giorni che controlla i treni. Avevamo deciso di partire lunedì in tarda mattinata. Sabato, come al solito, finirò tardi di lavorare. Domenica avremmmo fatto le valigie e sistemato la casa e lunedì mattina via, inbarcate verso Roma. Già così la cosa mi dispiaceva...poi oggi a pranzo la novità: Vale vuole partire domenica mattina. Non mi ha lasciato molta scelta...ha detto: io parto domenica, partire lunedì vuol dire perdere una giornata. Partirò anch'io domenica. Bagagli preparati velocemente (speriamo di non fare la nottata a fare le valigie come quando a scuola partivo per la gita...sì, ho questa pessima abitudine di fare i bagagli di notte) casa lasciata in condizioni indecenti (lavorando tutta la settimana le pulizie si fanno la domenica...partendo deduco che lasceremo alla proprietaria una casa schifosa...non mi stupirei se la facesse disinfestare prima di riaffittarla) e...in un batter d'occhio sul treno.

A voler vedere il lato positivo c'è: più la cosa è veloce più sarà indolore, ma ... mi ero fatto il mio progetto ed...è saltato. So che non è facilmente comprensibile, ma la cosa ha accentuato la mia malinconia.

Tra dieci giorni finiamo lo stage, dobbiamo salutare tutti e chissà se e quando li rivedremo, la partenza è stata anticipata (invoco il dio pagano Trenitalia: intervieni tu, indici uno sciopero per domenica, facci partire lunedì!), devo fare le valigie e sistemare la casa in una notte...vedo tutto grigio.

Ma non ci pensiamo: domani è ferragosto, ho organizzato un pic-nic per tutti gli stagisti mantovani sulle rive del mincio...una bel divago per ingannare il conto alla rovescia alla partenza. Previsioni: pioggia battente. ;(

martedì, agosto 12, 2008

Un'ennesima prova mantovana



Dopo la domenica con gli altri stagisti emilio-lombardi eravamo arrivati ad una conclusione: quella dello stage è una scusa, in realtà lo Stato italiano ci ha fatto obbligatoriamente partire per il servizio militare...abolito solo sulla carta il servizio di leva esiste ancora, solamente sotto un'altra forma: lo stage fuori sede per i praticanti giornalisti.

Queste foto non possono essere spiegate altrimenti ... a meno che... no, forse ci sono altre due spiegazioni plausibili: la solita Donna Avventura, e le Olimpiadi.

Primo caso. Donna Avventura. Il Gs, unico supermercato mantovano ad avere il servizio di consegna della spesa a domicilio, ha sospeso per il mese di Agosto il suddetto servizio, quindi la prova del mese per le partecipanti alla trasmissione è: portarsi la spesa a casa in bici!!!

Secondo caso. Olimpiadi. Monia si sta allenando per la nuova specialità olimpica: il CICLISMO CON SPESA!...Una confezione d'acqua sul retro e due buste (una su ogni lato del manubrio per controbilanciare il peso), tutto da portare nel minor tempo possibile e, soprattutto, senza perdere pezzi, sui 2 km che separano il supermercato da casa...

Servizio militare, Donna Avventura o Olimpiadi che fossero, io in giro per Mantova così conciata sono stata davvero una scena esilarante: i mantovani hanno apprezzato tantissimo...tutti che mi venivano dietro dietro piano piano con le macchine e mi strombazzavano col clacson...è bello avere gente che fa il tifo per noi!...anche se Valentina, per gelosia (nessun mantovano le ha mai fatto un tal tifo), sostiene che io stessi semplicemente intralciando il traffico, ringrazio lo stesso tutti i miei virgiliani sostenitori!

lunedì, agosto 11, 2008

Uno notte (quella di San Lorenzo, per la precisione) da eroina...

Driiin Driin

Odio il telefono appena svegli. Odio ancora di più le telefonate anonime. Rispondo: "Pronto?", dall'altra parte "Abbiamo Francesco, ci porti i diamamanti", io: "Quali diamanti?" dall'altra parte: "Quelli che ha Giovanni, li recuperi, poi ci facciamo risentire noi. Faccia presto se vuole rivedere il suo amico vivo".

Francesco non è un mio amico, è anche quello, ma in primis è il mio fidanzato, un gran burlone, bello scherzo. Giovanni è suo padre e non mi risulta abbia diamanti.

Chiamo Francesco per complimentarmi per lo scherzo, chissà a quale amico pugliese ha chiesto di chiamarmi con quella voce roca e con l'accento brindisino. Il telefono squilla a vuoto. Provo sull'altro numero, idem. Chiamo a casa, niente. Chiamo Giovanni, il padre di Francesco, niente. Chiamo l'ufficio tecnico del comune di Martina Franca, Giovanni lavora lì ma stamattina non si è presentato, senza chiamare per giunta, non è da lui.

Corro a casa di Francesco, lui non c'è. A terra impauriti e legati Giovanni, Michela (mamma di Francesco) e Rosy (sorella dello stesso). Li sciolgo, dicono d'aver subito una rapina. Refurtiva: un sacchetto di velluto marrone con dentro una ventina di diamanti provenienti dalla Sierra Leone. Chiedo di Francesco: "Fortunatamente al momento della rapina non c'era, ieri sera non è rientrato", mi rispondono ignari e sollevati. Non è da lui. Ok, NON è UNO SCHERZO.

Arrivano i carabinieri. Giovanni racconta una vicenda assurda: ha subito un ricatto in ufficio da una cosca locale, gli chiedono di nascondere per loro il sacchetto di diamanti per qualche tempo, in cambio non lo costringeranno ad approvare dei progetti sospetti, sui quali verrà apposta invece la firma d'un collega. Giovanni accetta. Non sa, cosa che gli dicono i carabinieri, che a quanto pare i diamanti li hanno rubati alla cosca rivale, ritenendo gli siano dovuti come pagamento di non si sa bene quale favore. Gli uni ritengono d'esser stati pagati per un favore, gli altri d'aver subito un furto. Le due cosche, da tempo impegnate in una faida si contendono questi diamanti.

I derubati hanno rapito Francesco, gli altri hanno i diamanti. I carabinieri non sanno nulla. Io so chi ha i diamanti: andando a casa ho incrociato due amici di Francesco (lui stesso m'aveva messo in guardia da loro) in un auto scura, li ho salutati, mi hanno risalutato. Sono loro.

Facendo finta di nulla vado di corsa a casa loro. Faccio la vaga: non accenno alla telefonata nè ai diamanti, chiedo solo se passando hanno visto qualcosa. Niente. In compenso su un chiodino al muro, a mò di piccolo trofeo, c'è incautamente appeso un sacchetto di velluto. Vanitosi come tutti i cattivi.

Riesco a svuotarmi il sacchetto in tasca e a rimetterlo vuoto a posto mentre loro si sono allontanati un attimo. Saluto e esco di nuovo facendo finta di niente. Aspetto una chiamata. Non arriva. Compro un telefonino da Euronics con tanto di scheda, la attivo, devo ingannare il tempo. Lascio il telefonino dentro un secchio vicino una rinomata gelateria di Martina Franca.
Aspetto, aspetto, aspetto. La telefonata arriva: " Pronto? hai recuperato i diamanti? se vuoi vedere vivo..." interrompo: "voglio saperlo adesso che è vivo, passatemelo o dite addio ai diamanti" "cifiao aiufo..." dall'altra parte qualcuno bofonchia parole poco comprensibili, ma la voce è la sua, è Francesco, è vivo. "Bene, ora l'hai sentito, portaci...", interrompo di nuovo "Portaci niente. Adesso si cambia gioco: io ho i diamanti, comando io! Fate quello che vi dico: nel cestino della gelateria centrale c'è un telefono, recuperatelo se volete i diamanti. Mi faccio viva io lì con nuove istruzioni quando lo recuperate. Non toccate Francesco se ci tenente ai diamanti". Chiudo col cuore a mille il telefono.

Aspetto. Chiamo dopo un'ora sul telefono da poco comprato da Euronics. Rispnde la solita voce roca in accento pugliese. "Voglio vedere Francesco. Sedetevi nella panchina dell'emmezeta di Fasano. Fate come vi dico e avrete i diamanti". Non so che mi diceva la testa, ma dovevo vedere Francesco. Mi apposto al bar del centro commerciale e tengo d'occhio la panchina. Con me c'è Simone, procuginetto d'un anno di Francesco. Non so che m'abbia detto la testa per portarlo, ma è la mia copertura: qualsiasi altro "travestimento" avrebbe potuto essere scoperto. Una zia con un bimbo non vanno a farsi sparare. Il piano di sopra ha tre persone ai tre angoli del balcone. Tutte simili che guardano giù...saranno cecchini? non lo so ma è ovvio che cercano movimenti strani. Vuol dire che Francesco sta arrivando. Eccoli: un uomo col berretto sul viso e un ragazzo davvero malconcio. Si siedono sulla panchina e aspettano i cinque minuti richiesti. Francesco ha un occhio pesto, il sangue alla bocca, le bellissime mani peste e gonfie e venendo zoppicava. capisco anche perchè al telefono bofonchiava: ha i denti spaccati e la faccia gonfia. Mi faccio forza non mi avvicino. Avvolgo tre diamanti in un fazzolettino del bar e li butto nel cestino. Esco con Simone, devo riportarlo a sua mamma: l'ho già sconsideratamente fatto rischiare troppo. Il dolore al cuore d'aver lasciato Francesco lì in quelle condizioni si fa insopportabile, chiamo di nuovo: "Bravi, avete capito le regole. Nel cestino del bar dell'Emmezeta c'è un piccolo premio per voi, sono una persona di parola. Recuperate il contenuto del cestino, poi tratteremo dello scambio. Il resto dei diamanti per Francesco" e chiudo. Di nuovo il cuore in gola.

L'aver visto Francesco così mi ha fatto venire una malsana idea in testa: vendicarmi. Nessuno dovrà poter essere trattato mai più da quelle persoen come è stato ttrattato lui. Non devono poter fare del male a nessun altro.

Vado dai due ragazzi a cui ho sottratto i diamanti e gli spiego che sono disposta a renderglieli anche se ce ne mancano tre. In compenso gli offro l'opportunità di vendicarsi dell'altra cosca. Gli spiego l'accaduto e gli chiedo di fabbricarmi un piccolo ordigno rudimentale. Accettano. Ottengono diciassette diamanti e una vendetta in cambio dei venti che gli avevo sottratto. Sono arrabbiati, ma la vendetta gli fa sbollire la rabbia nei miei confronti. Gli lascio i diamanti, mi tengo il sacchetto. Dentro un rudimentale ordigno di poca potenza.

Richiamo: "Lasciate Francesco al parco, sulla panchina vicino l'entrata. Non azzardatevi ad appostarvi lì intorno: lo mando a prendere dalla polizia, non mi faccio infinocchiare così facilmente da voi. Solo dopo averlo riavuto indietro vi dico dove ho già messo i diamanti ad attendervi" dall'altra parte "chi ci assicura che riavuto il frignone ci dai i diamanti?", io: "torcetegli un altro capello e i diamanti non li rivedete di sicuro. Forse non avete capito chi comanda qui! Fate come vi dico oppure perdete i vostri adorati diamanti". Chiudo di nuovo, e ogni volta è uno strazio.
Lascio il sacchetto esplosivo dietro una lapide sulla via di Fasano. E' l'unico punto è sicuro non capiti tra le mani sbagliate. Il parco è troppo rischioso, bambini di giorno e drogati di notte... gli uni giocano, gli altri si bucano, a entrambi servono le mani. Avviso i carabinieri: devono recuperare Francesco. Operazione riuscita: recuperano Francesco legato e imbavagliato da una panchina del parco. Corro in caserma, lo posso riabbracciare. Gli fa male tutto ma sembra contento. I carabinieri esigono delle spiegazioni da me. Francesco va trasportato in ospedale. Dico al capitano che voglio seguirlo: se vuole mi può interrogare in ospedale, se mi tiene lì non dico nulla per ripicca (ricattati dei delinquenti, ricattare dei carabinieri risulta quasi più semplice). Accettano.

Il viaggio lo faccio in ambulanza con Francesco, da lì chiamo il solito telefonino: "Siete stai di parola, lo sono pure io. I diamanti sono sulla statale di Fasano, accanto la lapide d'un ragazzo che l'anno scorso è morto lì in un incidente. La trovate facilmente, è la prima che si incontra partendo da Fasano", chiudo. Guardo le mani peste di Francesco che piange silenzioso e sorridente in barella e mi godo la mia vendetta.

Arriviamo in ospedale. Durante le lastre e gli accertamenti racconto al capitano tutto. Quando capisce che i rapitori sono sulla statale di Fasano per le loro mani è troppo tardi. Parte una volante, li raggiunge, giusto in tempo per vedere l'apertura artificiale del sacchetto. In due hanno perso tutte le dita. Soccorsi dagli stessi carabinieri che dovevano arrestarli, vengono portati in ospedale. Non daranno più pugni a nessuno.

Francesco, mezzo intontolito, esce dalla sala dove ha appena fatto le lastre e mi dice: "lo sapevo che mi salvavi, solo...quanto ci hai messo!" e ride.

I carabinieri mi stanno portndo in caserma per ulteriori domande, e... Driin driin, no stavolta non era nessun telefono. LA SVEGLIA.

Non potete capire con che ansia mi sono svegliata questa mattina...avevo ancora addosso la tremarella di questo incubo. Il letto era un bagno di sudore.
MI CHIEDO: MA IL FATTO CHE OGGI IL MIO FIDANZATO INIZIA LO STAGE AL MESSAGGERO, PUò CREARMI TUTTA QUEST'ANSIA????...l'ho sempre detto che sono apprensiva, però...dare sfogo così alla propria agitazione durante i sogni fa malissimo: A- Ho sudato freddo, probabilmente per tutta la notte (a giudicare dalla lunghezza del sogno!) ed è tutto il giorno che starnutisco B- credo di essermi svegliata e riaddormenta diverse volte durante tutto ciò e...a lavoro sto facendo un casino: sto dormendo in piedi e a nulla sono valsi tutti i caffè presi da stamattina C- mi sento un'eroina da strapazzo...nonostante le corse le abbia fatte solo in sogno ho le gambe doloranti per la fatica...menomale che tutto è finito.
Tutto è bene quel che finiosce bene.
p.s. è arrivata una chiamata dallo stage al Messaggero. Francesco è contento, come in tutte le analoghe situazioni precedentementi dice d'aver avuto una buona impressione e spera di trovarsi bene. Tranquillo come al solito. Lo sapevo, lui è sempre così...eccezionale. E anche se c'era da aspettarselo che sarebbe andato tutto bene io stavo in ansia per lui...come al solito, come sempre per le persone a cui si vuole veramente bene. In ansia senza motivo. Vabbè, stanotte dormirò meglio. Spero.... ;)

Rimpatriata mantovana

Dopo mesi in solitudine gli stagisti emilio-lombardi (ovvero dell'Emila Romagna e della Lombardia) hanno deciso di rivedersi per confrontare le esperienze di vita, o meglio di SOPRAVVIVENZA, a cui sono andati incontro imbarcandosi per lo stage estivo.
Una bella domenica, rilassati e divertiti, ha offerto conforto fisico e morale ai ragazzi che dai racconti sono risultati essere più simili a militari in trasferta che non a praticanti giornalisti: a chi dice d'aver abolito il servizio di leva obbligtorio rispondo ESISTE ANCORA, MA SOTTO UN'ALTRA FORMA: lo stage per i praticanti giornalisti!!!!

Nella prima foto il gruppo al completo (mitico autoscatto!) a Palazzo Te










A. e Pippo che parlano come due vecchietti sulla panchina d'una piazzetta. Valentina, riappacificata con A., nell'unico ristorante aperto ieri in tutta Mantova.







Due immagini che ritraggono momenti di relax nel parco di Palazzo Te.








Un ringraziamento particolare a tutti i partecipanti alla Lumsa-rimpata!!!!!

sabato, agosto 09, 2008

Olimpiadi: spettacolare inaugurazione

































Scusate lo spirito nazionale e nazionalista, ma...anche noi italiani abbiamo fatto la nostra figura: disordinati e allegri come sempre, portiamo un pò d'italianità anche nello sport! ...portabandiera che sembra un attore e atleti fieri del tricolore...CHE SPETTACOLO...mai maestoso come quello cinese, ma comunque suggestivo. In bocca al lupo ragazzi!
























Foto tratte da: www.corriere.it

venerdì, agosto 08, 2008

Finale alternativo della triste storia triste

Non potendo vivere con la delusione di un A. sfruttatore e opportunista Monia e Valentina lo hanno braccato NEL BAR ("eravamo tre amici al baaaar") dove sapevano che era a pranzo e lo hanno costretto a dare spiegazioni.

La spiegazione, ottenuta dopo due ore di interrrogatorio, è stata: "scusate, non so perchè l'ho fatto, forse è solo che sono deficiente".

Che si creda o meno alla sua spiegazione la nuova morale è:

gli amici, a meno che tu non li voglia perdere, li devi accettare per come sono...anche se opportunisti o deficienti...

Una triste storia triste

Eravamo te amici al bar, che volevano cambiare il moooondo!


Ve la ricordate questa canzone?...sembra scritta per i tre piccoli stagisti mantovani, c'è un motivo per cui il tempo del verbo essere è al passato, e anche il bar fa la sua parte....vi racconto questa storia...se siete persone sensibili non andate oltre, potreste rimanere deluse.


C'erano una volta A., Monia e Valentina (rigorosamente in ordine alfabetico per non fare torto a nessuno). I tre AL BAR di via della Traspontina davanti la scuola di giornalismo, parlando del loro comune obbligo dai fare uno stage, decidono di partire insieme. Destinazione prescelta dall'Università: Mantova.


Nel mese di maggio i tre decidono d'andare insieme a Mantova per cercare casa. Costo del viaggio a cranio: un centinaio di euro il treno tra andata e ritorno, 70 euro l'albergo, pranzi e cene vari e...due giorni di ferie. A. decide di non partire, a poco valgono le preghiere delle gentil donzelle che non vorrebbero traversare l'Italia da sole.


Valentina e Monia nella settimana più calda di maggio (registrati picchi di 35°, temperature fuori dalla norma) giungono a Mantova e la percorrono in lungo e in largo alla ricerca d'una casa sotto il sole cocente e l'umidità alle stelle. FORTUNATAMENTE la trovano, e IN AMICIZIA la cercano e la trovano pure ad A. (che nel mentre aveva confessato di non voler più andare a casa con loro causa LEGITTIMA gelosia della fidanzata).


A. promette alle ragazze una cena (che mai arriverà) per ricompensarle della fatica che gli hanno evitato.
Valentina e Monia giungono a Mantova a giugno, passano un mese assurdo per ambientarsi: dal fare la spesa alle nuove amicizie, passando per il reperire una bicicletta, NECESSARIA agli spostamenti. Appena arriva A. viene trattato come un principe: pranza e cena da Monia e Valentina, viene indirizzato dalle stesse verso i punti convenienti per fare la spesa, e per comprare una bici, gli vengono insegnati i percorsi cittadini, I BAR e le gelaterie migliori, sopratutto gli vengono spiegati i meccanismi e gli equilibri interni alla redazione, senza che debba scoprirli sulla sua pelle, e viene fatto entrare nella nuova comitiva di stagisti (ovvero Roberta e Margherita, le altre due stagiste della cronaca).
A. accetta tutto di buon grado, si fa comprare buondì e gelati da Valentina senza mai restituirle un cent, ma IN AMICIZIA nessuno ci fa caso. Tutto un idillio per una decina di giorni, in cui , tra l'altro, A. utilizza casa di Monia e Valentina come posteggio biciclette. Poi IMPROVVISAMENTE E MISTERIOSAMENTE tutto cambia.


A causa di un piccolo diverbio sul fatto che A. dovrebbe dire alla fidanzata se pranza e cena da Monia e Valentina lui decide di iniziare a mangiare scatolette e cibi pronti da solo pur di non confessare alla ragazza ch per due-tre settimane ha convissuto (eccetto il dormire) con le due stagiste. Da qui SEMPRE IMPROVVISAMENTE E MISTERIOSAMENTE si inizia a uscire di meno, almeno così credono le due stagiste...finchè non iniziano a scoprire da terze persone di uscite alle quali non erano state invitate, ma....c'era A. che si era ben guardato dal dire loro qualsiasi cosa a riguardo.


Alla richiesta di spiegazioni A. ha prodotto questa giustificazione (dopo tre giorni in silenzio stampa alla ricerca d'una scusa plausibile): "non posso uscire con voi perchè Valentina mi ricorda troppo la mia ragazza".



Si sospettano due cose:


A - Dopo il diverbio A. ha INGIUSTIFICATAMENTE creduto che Valentina e Monia potessero dire alla fidanzata (che tra l'altro non conoscono e difficilmente incontreranno nella vita!) delle sue fantastiche uscite tra amici (durante le quali lui si appartava in luoghi silenziosi e parlando al telefono sostenenva di essere a casa sua...) e ha fatto in modo di dire a tutti di non raccontare a loro due le cose e/o invitarle alle uscite.
B - A. prova qualcosa di non meglio specificato nei confronti di Margherita, la stagista mantovana...non c'è motivo per cui a Valentina e Monia ha sempre espresso la sua contrarietà a scattare foto ("non sia mai le vede qualcuno") e invece si lasci ritrarre felicemente così con lei:



Ma queste sono solo ipotesi senza un fondo di verità....il fatto certo è che non si è mai più andati in pausa gelato al BAR Gazzetta tutti insieme.

ERAVAMO TRE AMICI AL BAAAAAR....


Sunto: A. con Valentian non si parla più. Monia è pronta a perdonarlo, ma lui agli sms di lei non risponde. Che brutta situazione. Ve lo avevo detto io di non leggere...



Morale della favola: ci sono amici veri, e ci sono amici che sono tali fin quanddo gli servi, poi...trovato qualcuno che gli serve più di te si scordano della tua esistenza.

Consiglio: sceglieteveli bene gli amici.


Note. Ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, nomi e luoghi sono inventati, per cui ogni coincidenza con la realtà è fortuita. Chi non credesse a ciò potrebbe avere la coda di paglia, ma...anche questa è una semp'lice ipotesi.

mercoledì, agosto 06, 2008

Lezioni di inquadratura

Il weekend mantovano ha fruttato molte foto, purtroppo poche sono a mia disposizione: la macchinetta era di Nino e le foto sono tornate a Roma con lui....
Le poche immagini che ho, però, permettono una costatazione: ecco una foto scattata da me dove ho messo a frutto molti degli insegnamenti del corso di fotografia del prof. Ciarlo...si vede perfino il fumo dello zampirone:

Questa invece è una foto scattata da Nino che al corso di Ciarlo veniva solo per farsi profili internet alla ricerca di "nuove amicizie", richiesta sempre presente in tutti i suoi profili, dal myspace a facebook passando per studenti.it ...questa è la foto:

NO COMMENT: non solo non si capisce se sia più sbagliata la luce o l'inquadratura (come viene insegnato nella prima lezione di tutti corsi di fotografia per principianti il oggetto è perfettamente centrato), ma Nino che dal corso di Ciarlo ha imparato poco e niente, non è riuscito a fare nemmeno le sue conoscenze via internet!...un fallimento totale...
Menomale che almeno i soggetti dell'immagine sono belli e compensano gli errori del fotografo... ;)
W la modestia, ma sopratutto W l'autoironia! :)

martedì, agosto 05, 2008

Donna Massenti e la movida mantovana

Valentina non regge la movida mantovana. Lei SEMBRA una donna di mondo, ma in realtà non lo è...lo so, stentate a crederlo, inizialmente per me è stato lo stesso, ma...

...l'altra sera andiamo al Papa's (locale all'aperto mantovano rigorosamente vicino al Mincio ealtrettanto rigorosamente infestato dalle zanzare) accompoagnate dai nostri cavalier serventi, Nino e Francesco.

Dopo un pò di sana lotta per accaparrarsi un tavolo ci sediamo e ordiniamo. Quattro piadine e da bere...Monia e Francesco prendono due cocktail e Nino e Valentina 18 euro di vino in due...ovvero 75 cl di un buon vino.


Faccio notare a Donna Massenti che forse quasi un litro di quel vino in due è tantino, ma lei è determinata: la movida senza alcol che movida è? Nemmeno la gradazione (13,5 gradi) riesce a farla demordere...vuole la movida, e movida sia!!!!

Penso di essere io esagerata perchè Vale regge benissimo l'alcol: passiamo una bella serata danzante con tanto di tribal house e dj cubano, e iniziamo una bella e romantica passeggiata verso casa costeggiando il fiume illuminato dalle stelle...

Durante la notte si sentono dei strani movimenti in bagno, ma nessuno si preoccupa più di tanto...

La mattina seguente, cioè ieri, troviamo Vale con una faccia cadaverica che confessa di aver passato la notte in bagno a vomitare....chiama la Gazzetta e dice di non poter andare a lavoro perchè sta troppo male. Le chiedo: "Vale...ma non è che il vino di ieri sera...", non mi fa finire la domanda e dice "no, no, quale vino, quello è niente: credo mi abbia fatto male il brie che era nella piadina"...finisce la frase e và di nuovo in bagno...

Che a farle male sia stato il brie o il vino poco conta..la morale della favola è una: LA SERA LEONI, LA MATTINA COGL.............

la prima immagine presenta una Valentina alcolista anonima, la seconda rappresenta l'intera giornata di ieri....Vale è rimasta così per 24 ore....

sabato, agosto 02, 2008

Pagina culturale: commenti su "il cavaliere oscuro"

Parlando del film “Il cavaliere oscuro”, sequel di Batman, visto poco tempo fa al cinema.

Valentina: “Carino, ma dura troppo…non è il mio genere”

Monia: “Manco il mio, ma mi è piaciuto tantissimo!..trovo che la morale sia fantastica…”

Nino: “morale? Quale morale? Io ho visto il film con Dada, ma non ci ho trovato nessuna morale”
n.b. “Dada” è il nomignolo della sorella di Nino

Monia: “Ma come!? C’è il sindaco che è la bontà fatta persona, un eroe che si prodiga per la sua città, l’essere più buono che esista al mondo, poi perde la fidanzata nel modo più terribile che esista e diventa DueFacce, il cattivo più cattivo che c’è…morale: l’amore è tutto, nel momento in cui si perde quello anche la persona più buona del mondo può essere tramuta nell’essere più ripugnante e spregevole del cosmo…”

Valentina: “Ah si?...e io che di morale ne avevo trovata un’altra…”

Monia: “Quale?”

Valentina: “Le donne sono tutte tr**e!”

Francesco (l’unico a non aver visto il film, fin’ora rimasto in silenzio): “infatti: sono delle BAT-TONE!”

Tutti lo guardano in silenzio ma lui, deluso dal non aver suscitato alcuna ilarità, ci ha tenuto a ribadire…

Francesco: “non avete capito, ho fatto una BAT-TUTA!”

NEL CASO NON SI FOSSE CAPITO, SONO APPRODATI A MANTOVA NINO E FRANCESCO I MOROSI (qui si dice così) DELLA VALENTINA E DELLA MONIA

venerdì, agosto 01, 2008

Il mio esistente amico immaginario

...A casa della Sig.ra Tassan ho trovato un nuovo amico....si chiama Mr. Piattola. E' qui da quando io e Valentina siamo arrivate, il terzo inquilino della casa.



Un piccolo problema però: tutti dicono che non esiste. Sostengono sia il MIO AMICO IMMAGINARIO, e fingono di non vederlo...ma LUI ESISTE ECCOME!



In realtà tutti lo ignorano solo perchè è un pò strano...e la diversità fa sempre un pò paura...ma NON E' IMMAGINARIO: eccolo che insieme ad A. (Mr. Piattola è quello bello dei due) guarda la tv!

Strani modi di fare

1000 punti a chi mi spiega questi due gesti:

1 - si può chiedere a un’amica (via telefono): “mandi un messaggio a Monia e le chiedi se posso prendere delle cose dalla camera sua specificando che non ho soldi per chiamarla io?”

2 – si può ascoltare una richiesta simile e dire “sì, sì, ok mando io il messaggio a Monia” e poi scrivere TESTUALMENTE nell’sms: “ xxx (sono costretta dalla privacy a citare il peccato ma non il peccatore) vorrebbe prendere delle cose da camera tua ma non ha soldi per mandarti un messaggio e chiedertele, non è che la chiami sul telefono di casa sua?”

A parte il fatto che non si capisce come abbia fatto a chiamare l’altra ragazza se non avesse soldi, ma se ha un telefono di casa perché devo essere io chiamare lì? Non sarebbe più normale il contrario? Da quando in qua se a qualcuno servono delle cose in prestito da qualcun altro contatta una terza persona via telefono per fargli contattare il “prestante” (passatemi il termine), dicendogli di riferire che non ha soldi allo stesso telefono e pretendendo d’essere chiamato??

Mi rendo conto che è contorto, ma è difficile spiegare una cosa che non ha senso, o che quantomeno io non ho capito…se qualcuno di voi riesce a spiegarla a me mi fa un favore… ;)

Non so come funzioni, ma a me hanno insegnato che se mi serve una cosa la chiedo PER FAVORE al diretto interessato, non che gli dico tramite terze persone di chiamarmi per chiedergli la cosa in questione…ma forse è solo che io sono una donna d’altri tempi e le dinamiche di questi modi moderni di fare mi sfuggono…

Ripeto: se qualche PERSONA MODERNA ha la voglia e la pazienza di spiegarmi, è ben accetto il suo aiuto…ho bisogno di districarmi in questo mondo d’usanze che non capisco…