sabato, novembre 22, 2008

I cartoni animati giapponesi

Riflettevo sui cartoni animati della mia infanzia quando mi sono trovata a pensare a quelli giapponesi....ho fatto dei pensieri così profondi al riguardo che ho deciso di donare all'umanità le mie riflessioni filosofiche, o meglio I MIEI DUBBI FILOSOFICI.

Come ogni buon manuale che si rispetti ritengo sia didattica una divisione in categorie. Cominciamo con la categoria MAGHI E SIMILI, il cui format generale prevedeva sempre la presenza di una bambina sfigata che si rasformava in una donna fighissima. Da donna mi pongo una domanda: perchè ai maschi non succedeva nulla? Le telespettatrici femmine non avevano diritto a vedere dei ragazzini brutti diventare fighissimi? no, a noi toccava vederceli brutti....ma passiamo oltre: la cosa più degna di nota dei maghi giapponesi sono le formule magiche... vi ricordate "pampulu pimpulu parimpampum"? e "techemaiamaiacom"? stupende...alcuni dicono che non sigificano nulla, ma secondo me sono in giapponese...chissà che vogliono dire tradotte....magari anche ai giapponesi "specchio specchio delle mie brame" sembra non voglia dire nulla....

Altra cosa fantista I CARTONI SPORTIVI. Da "Mila e Shiro" a "Holly e Benji" tutti, ma rigorosamente tutti erano in grado di piegare il pallone (nel primo caso con una schiacciata, nel secondo con un calcio) che poi roteava a velocità supersoniche che i poveri bambini vedevano al rallenty (sennò non si spiega perchè la corsa di Holly ci mettesse tre puntate per andare dal centro campo in rete o la schiacciata di Mila ce ne mettesse quattro per fare punto) e finiva sempre che o rompeva la rete (Holly) oppure si incagliava perterra continuando a roteare per qualch minuto salvo poi rimbalzare lasciando la bruciatura sul parque della palestra (Mila). Un'altra nota razzista: ma perchè in Holly e Benji i brasiliani hanno la pelle scura, gli italiani bianca e i giapponesi non ce l'hanno gialla? Ma che li hanno importati?

Ma passiamo a un'altra serie...questa speciale per Keko (mi ci ha fatto pensare lui a tutta questa riflessione sui cartoni...è partita da qui!): I CAVALIERI DELLO ZODIACO. Secondo voi, perchè tutti i cavalieri avevano nomi in latino (come sono belli "Sirio" e "Pegasus") e poi c'era lo sfigato che si chiamava Fish?...mah, forse a questa domanda una risposta posso provare a darla: perchè se si fosse chiamato "Pisces" sapeva troppo di "Piscione". Ma c'è un'altra domanda a cui proprio non posso trovare risposta: perchè in combattimento strillavano sempre il nome della mossa prima di farla? (vi ricordate "fulmineeee di pegaaasus!" ?) così l'avversario si preparava e li faceva neri?... boh, forse erano solo dei masochisti...

Cambiamo categoria ma non discorso: I ROBOT. Pure loro urlano. Da Madzinga a Goldrake a Daitan3 (a proposito, qualcuno sa che fne hanno fatto Daitan1 e Daitan2?) tutti i loro "piloti" (passatemi il termine) quando dovevano usare le armi strillavano il loro nome, ma perchè? sennò non funzionavano? Mah, i misteri della sofisticata robotica giapponese. Un altro mistero incomprensibile di questi cartoni è che gli extra terrestri vengono sempre ad attaccare la terra....innanzitutto non si capisce perchè gli extraterrestri, ammesso esistano, oltre ad essere brutti debbano essere anche bellicosi (non potevano venire in pace?) secondo poi....ma con tanti cavoli di pianeti proprio la terra dovevano invadere? Da dove, a rigor di logica, gli poteva derivare tutto questo interesse per un pianeta dove gli stessi abitanti scioperano in continuazione che qui non va mai bene niente? ...forse vogliono provare pure loro l'ebbrezza dello sciopero?...anche ammesso che proprio vogliano attaccare la terra, ma dal Giappone che c'ha tutti i robot assurdi cominciano???? Altra questione: lo sapete perchè il Giappone ha sempre dei terremoti? Per colpa dei robot! Vi ricordate dove li riponevano dopo ogni combattimento? O sotto terra o sott'acqua, quindi praticamente le isolette giapponesi non poggiano sul fondo del mare come tutte, ma sui buchi-garage dei robot...poi dice perchè quando fa lì il terremoto fa tutti quei danni...

Chiudo la riflessione con l'ultima domanda: ma perchè TUTTI i cartoni giapponesi sono ambientati a Tokyo? Capisco che l'incantevole Creamy possa aver paura di vivere a Hiroshima e a Mila e Shiro possa spaventare l'idea di vivere a Nagasaky, ma...proprio tutti a Tokyo? c'avrà una densità di popolazione assurda 'sta città, a dispetto di tutto il resto della nazione che, a rigor di logica, è deserto!

mercoledì, novembre 19, 2008

Dialogo surreale

Per il bene dei due protagonisti non svelerò i loro nomi, però...ho assisitito a codesta conversazione telefonica.

LEI: "Amore, dobbiamo parlare. Credi ci sia un problema tra di noi? Credo mi piaccia il personal trainer..mi eccita la sua persona..."

LUI: "Ohi senti, poi mi dici...mò mi sto a vedè Zelig...c'è quella che fa Kripstack che per la prima volta recita da sola, lasciami vedere, in caso ti richiamo dopo. Ciao"

E ha chiuso...poi gli uomini si lamentano pure se le donne vanno col personal trainer...fanno bene, hanno tutto il mio appoggio e...quasi quasi per solidarità femminile ci vado pure io!

(per Francesco: scherzo eh, non ci vado anche se te lo meriteresti... comunque sempre meglio specificare che tu ultimamente non capisci mai quando scherzo e quando dico sul serio...capace credi che sono seria e mi lasci!!!)

lunedì, novembre 17, 2008

Anche le contesse subiscono il fascino dell'uomo nero

Sarò la prima a dare questa indiscrezione…da ambienti vicini dal programma "L'Isola dei famosi" è trapelata un'indiscrezione piccante sulla contessa De Blanc ... non posso dire nulla per non far licenziare la mia fonte dal suo posto di lavoro.....però la foto è esplicativa...

Fino a poco fa qui compariva un altro post, ma....l'ho dovuto cancellare per evitare di perdere un amico e per evitare di far perdere all'amico il suo (seppur precario) lavoro....

;(

p.s. OVVIAMENTE la foto è palesemente un falso a puro scopo esemplificativo, ma la notizia è vera...almeno stando alla mia segretissima fonte che tutti già sanno chi è!

giovedì, novembre 13, 2008

Everybody is kung-fu fighting

Ciao, mi chiamo Po.

È vero, Kung-fu Panda sono io! Quando andai a vedere il film Francesco ad ogni scena tornava a sottolineare quanto quel personaggio mi somigliasse…tanto per fare un esempio: è scoordinato, sbatte da tutte le parti, mangia in continuazione e soprattutto…è un gran chiacchierone: pur di non sentire il silenzio del maestro in meditazione non esitava a interromperlo con chiacchiere inutili…

Impacciato e imbranato all’inverosimile. Secondo Francesco, IO!

Ma non gli ho creduto…insomma, Francesco non è una fonte autorevole che possa dire a me che sono PO…insomma: lui è Pippo, alto e tontolone!

Comunque…a distanza d’un mese dalla visione del film mi sono iscritta ad un corso di Difesa Personale…divertente, molto divertente…soprattutto per gli altri partecipanti che, grazie a me, assistono a spettacoli di indubbia comicità. la mossa che mi riesce meglio: le cadute acrobatiche!

Alla seconda lezione il maestro (un omone di un metro e ottanta per 95 Kg di peso, tutti concentrati tra pettorali, tricipiti e quadricipiti) mi fa rifare per l’ennesima volta un esercizio al sacco, fiducioso che io, prima o poi, riesca a colpirlo nel modo giusto… Proviamo il calcio. Con la pazienza che solo le arti marziali possono fornire a un uomo, il maestro si mette lì e mi fa provare e riprovare e riprovare…ad ogni colpo un commento: Primo colpo, “prova più forte”. Secondo, “così gli fai le carezze a un aggressore, MENA!”. Terzo, “non dico che lo devi spostare il sacco, ma almeno muovilo d’un millimetro”. Quarto, “mira agli ipotetici reni dell’avversario, co ‘sta forza dovunque altro lo colpisci lo inviti a nozze”. Quinto, “…ecco, un po’ meglio (ndr l’avrà detto per consolarmi?) però…così caschi pure tu: poggiali bene ‘sti piedi per terra!”. Sesto, “oddio….ma che è ‘sta cosa? Ti rompi le dita dei piedi così: devi far male a lui, mica ti devi far male te!”. Settimo, “Sento un tonfo strano sul sacco…ma stai colpendo col piede o col ginocchio? Non si capisce…CONCENTRATI!”. Ottavo, “piega le ginocchia, così te le rompi!”. Nono, “senti, se uno ti aggredisce per strada e tu lo meni così finisce che quello, che magari voleva solo il portafoglio, ti mena pure perché lo fai incavolare e ti lascia come uno straccio…se devi menà, MENA!”. Decimo, “dai, proviamo ancora una volta ti sta quasi venendo (ndr sospetto stia ancora tentando di incoraggiarmi)”. Undicesimo tentativo, “Vabbè, abbiamo capito…abbiamo qui con noi KUNG FU PANDA!”.

La battuta non solo ha suscitato l’ilarità generale, ma…mi ha anche convinto che è vero: Francesco aveva ragione, Po sono io…mi rassegno all’idea e…la prossima volta in palestra mi porto delle polpette, magari con quelle riesco a farmi fare un allenamento personalizzato e chissà…alla fine magari si scoprirà che il guerriero del drago (si chiamava così?) sono io!

domenica, novembre 09, 2008

La potenza dei nuovi mezzi Atac

L’altra sera, festa a sorpresa a casa di Ciccio.

Problema. Tornare da Piazza Bologna a San Pietro non più tardi delle due: il giorno dopo chi lavora chi ha lo stage, chi (io!) alle 8.30 deve essere a lezione di diritto da Mazzà. (Ah, le feste nei giorni feriali!).

Soluzione: a mezzanotte usciamo da casa di Ciccio dopo una bella serata tra amici (ho rivisto pure Giovanna che avendo iniziato l’accademia di recitazione esce sempre meno spesso con noi).

Prendiamo il 62 che da piazza Bologna arriva a san Pietro. Tempo di giorno: un’ora e mezza. Bene, sicuramente riusciremo a rispettare il nostro pronostico d’esser a casa prima delle due.

Il bus arriva al capolinea, si ferma 20 secondi e riparte a razzo. Ci guardiamo spauriti….Inizia a saltare le fermate: si ferma solo per far scendere quelli dentro quando suonano ma non per far salire quelli in attesa che, vedendosi sfrecciare il bus davanti, spesso inveiscono contro il comune. Panico. L’autista suona pure a tre poveri turisti che stavano attraversando sulle strisce nei pressi di piazza Barberini…quelli corrono all’indietro e lui li schiva invadendo per metà l’altra carreggiata….PANICO PANICO PANICO.

Rimaniamo in 4. Fa in romanaccio: “Ragà ‘ndo scendete?”. Noi ci guardiamo. Rispondo prima io: “Al capolinea”. E lui: “Eh, seeeee che mò me fai arrivà fino là? Se, bbona notte!!”. Insomma a seguito d’un indagine sui passeggeri presenti fa scendere Francesco a Torre Argentina dove avrebbe potuto prendere il notturno verso Monte Mario, e un’altra ragazza poco più avanti. Rimaniamo io e una studentessa zeccheggiante che sta parlando al telefono.

L’autista (a me): “Bella, ‘ndo scendi?”. Io: “sempre al capolinea”. Lui: “no, me sa che non ce semo capiti, io ho finito il turno, me ne vojo andà a dormì quindi…non c’ho intenzione ddè fa tutto er giro…aspè, vedemo pure ndò và quell’altra”. Voltato allo specchietto retrovisore fissa il fondo del pullman e strilla: “Alice! Alì! Vedi che cell’ho cò te!”. La ragazza stranita poggia il telefono e fa: “Ah, mi dica, c’è qualcosa che non và?”. Lui: “no no, ‘ndo scendi?”. Lei dice la fermata e spiega che deve andare verso Gregorio VII. L’autista cambia istantaneamente la scritta del pullman che da “62” passa a “DEPOSITO”. PANICO PANICO, PANICO….che vorrà fare?

Prende un percorso che non è quello del 62 e ferma davanti il Santo Spirito, apre la porta e fa: “Alì, Alice! Scenni che questa è la tua: t’ho risparmiato ‘na bella camminata. Da qui quello che piji, piji te portano quasi tutti a Gregorio VII!”. La ragazza scende esterrefatta. Rimaniamo io e lui. PANICISSIMO: io e l’autista pazzo.
Di nuovo: “Bella, ndò vai non te lo richiedo, dimmi ddò abiti”. Io, terrorizzata: “vicino la fermata del 40, dopo gli archi delle mura vaticane…”. Lui: “perfetto: da qui pè annà al deposito passo lì. Te lascio a casa. Viene più comodo a te e pure a me che, non so se s’è capito, ma me ne vojo annà a dormì. Anzi, beata te che arrivi subito…me ne verrei a dormì ‘cco te, ma sto coso (lascia il volante per indicare l’autobus) ‘do lo parcheggio?”. Rido per nascondere la preoccupazione dettatami dl pensiero d’una notte accanto a lui….

Dal Santo Spirito, curva a destra, inversione pazzesca, attraversa al contrario la Ztl si rimmette sulla via principale e in 40 secondi siamo al semaforo sotto casa. C’è il rosso. Mi fa scendere. Mentre giro la chiave nel portone sento la sua voce gridare dall’autobus: “Bella! Grazie eh, vado a letto ‘n ora prima pè te!
Buonanotte!” e riparte. Stupita entro a casa. Guardo l’orologio. Incredibile: 24.20. Praticamente c’abbiamo messo 20 minuti da Piazza Bologna a San Pietro…e m’hanno lasciato sotto casa. Cavoli come s’è evoluto l’atac: ad una certa ora parte pure il SERVIZIO TAXI!

domenica, novembre 02, 2008

Salto nel tempo

Domenica pomeriggio a casa di Francesco.

Lui mi fa con un’espressione che è tutto un programma: “vuoi ridere un po’?”. Rispondo titubante (quando fa così c’è sempre da temere qualcosa….sta tramando qualcosa, ad esempio: fare la crema al cioccolato che poi finisce CASUALMENTE per bruciare la pentola in maniera irreparabile…) : “oddio, ho paura…”. Lui prende la risposta come un “Sì” e si dirige dritto in camera di Valerio.

Prende una videocassetta di quelle che si comprano vuote. Capisco che se siamo lì è perché quella è l’unica stanza con videoregistratore. Inserisce la cassetta con ancora sulla faccia l’espressione di prima e io comincio a temere…che ci sarà dentro?????

Parte una recita scolastica di Natale…non capisco. La guardo un po’. La Madonnina e San Giuseppe hanno uno strano accento famigliare…un accento pugliese. Guardo la data: 20 dicembre 1992. Ad un certo punto tra la folla di bambini che cantano “Merry Chrismas” vedo due facce familiari.

Un bambino cicciotello con il caschetto di capelli tra il biondo e il rossiccio e un altro bimbo moro, magro magro con gli occhiali più grossi della sua faccia! Inizio a ridere (Francesco ha mantenuto la promessa…non potete capire, ho riso fino alle lacrime): sono, rispettivamente Valerio e Francesco.

Ruoli: Francesco fa il messaggero, Valerio l’angelo. Uno spasso. Tutti e due avevano due ruoli minori, ma il perché è stato chiaro guardando.

Durante lo svolgimento della recita a entrambe è stato suggerito dalla maestra il momento della loro battuta (erano distratti!) ma…il meglio erano le canzoncine in CORO!

In stile gospel i bambini cantavano accompagnando le parole con gesti simbolici (ad esempio: alla parola “stelle” tutti ruotavano le mani in alto, alla parola “amore” tutti si stringevano le manine sul cuore ecc. ecc.). Non so se fosse peggio Valerio che, dopo aver tentato il furto del bambolotto di Gesù bambino direttamente dalle braccia della Madonnina, proponeva una sua rivisitazione stile cartone animato giapponese dei gesti simbolici (mentre tutti cantavano “io ho un amico che mi aaaaama che mi aaaaama che mi a-a-ama” e facevano cerchi circolari con le braccia a mò di abbraccio Valerio assumeva pose degne di Karate Kid, sia col pugno che con la mano aperta…) o Francesco che, oltre a non sapere le parole delle canzoni (cantava qualcos’altro secondo me), o non faceva i gesti assumendo un’espressione mistica o li faceva in ritardo così quando tutti avevano le braccia su lui le aveva giù, quando tutti allargavano le braccia lui era sull’attenti e così via…

Uno spettacolo esilarante ed eccezionale. Perché sia stato esilarante è ovvio. ECCEZIONALE perché (non nascondo la mia invidia in questo) Francesco e Valerio coltivano un’amicia bellissima che gli auguro possano curare sempre. Da compagni di scuola alle elementari a coinquilini all’università…sono così diversi l’uno dall’altro eppure…non hanno mai litigato. I miei complimenti al messaggero e all’angelo più scoordinati che abbia mai conosciuto.