sabato, agosto 22, 2009

Tutti mi chiedono che fine io abbia fatto...

Lavoro, lavoro, lavoro. Dall’ultimo post non ho fatto altro che lavorare. A ritmi spesso estenuanti. Il mio attuale lavoro consiste nel correre da un capo all’altro della città, essere pronta a lunghe attese sotto il sole cocente, raccogliere dichiarazioni, intervistare qualche personaggio, montare il pezzo, il tutto (ovviamente) senza vedere una lira. Sto facendo uno stage a Radio Monte Carlo.
Anche se descritta così la faccenda sembra terribile, a me piace. Ha un suo fascino correre tutto il giorno appresso al politico di turno (spesso più di uno alla volta), fargli le poste in base alla sua agenda e strappargli alla fine una dichiarazione da montare, se possibile, per il giornale delle sei. Quando ci si riesce (fortunatamente spesso) è una vera soddisfazione per me.
Certo, è stancante e certamente l’estate non è il periodo migliore per questo tipo di lavoro, ma… sto imparando molto. Ho voluto la bicicletta e adesso pedalo. Non solo, da quando faccio questo stage ho imparato ad apprezzare molto di più il giornale radio: una volta che vivi sulla tua pelle quante ore di lavoro si nascondono dietro a quei due-tre minuti, per una questione che sfiora il rispetto dei diritti umani , non li ascolti più distrattamente, ma gli dedichi tutta l’attenzione che meritano.
Politica, proteste in giro per Roma, e situazione dell’esodo estivo sono stati per ora gli argomenti che più spesso mi sono toccati in sorte. Ho letto qualche notizia al microfono e sto imparando a regolare la mia voce. Insomma, tutto bello quanto frenetico.
Tutto Luglio e metà Agosto ho lavorato tantissimo (anche 12-13 ore al giorno), adesso c’è meno da fare: sono tutti in ferie e gli eventi sono ridottissimi. Non credevo che l’avrei detto ma un po’ la cosa mi dispiace: mi piacevano le attese coi colleghi fuori da Palazzo Chigi, Monte Citorio, Palazzo Grazioli e chi più ne ha più ne metta. Si fanno un sacco di amicizie e si capisce meglio il mestiere. Nei loro racconti tanti insegnamenti. Il principale sta nel fatto che tutti si lamentano del mestiere che fanno, ma nessuno ha smesso di fare il giornalista. Io esattamente non lo so dove voglio arrivare, ma questo stage e il contatto coi colleghi m’ha aiutato a capire che fare il giornalista mi ci può portare, è un passo verso la meta.
Ultima cosa: sto leggendo molto, specie la sera. Ho iniziato per necessità: tornata dall’America ho trovato (tra le altre cose) il sistema televisivo cambiato e, per pigrizia, non ho mai trovato il tempo di comprare un decoder. Così una sera ho ripescato dalla libreria un vecchio libro e ho ripreso un’abitudine che durante l’università era diminuita a poco a poco di intensità: leggere. Non ho mai smesso, ma…vuoi mettere 12 libri l’anno contro i 6 letti solo nell’ultimo mese e mezzo? Da quel giorno vado spesso (troppo) in libreria e…il tempo di comprare il decoder ancora non lo trovo, ma quello di passare a comprare dei libri sempre.
Tutto qui. Non ho null’altro da dire per ora. Col poco tempo libero a mia disposizione ho tentato di esaudire le molteplici richieste di chi voleva un nuovo post nel mio blog e, a causa dello stesso poco tempo, ho anche esaudito chi si lamentava sempre per la lunghezza dei miei racconti.
Tutto questo in attesa che torni l’ispirazione e io possa dedicarmi a post migliori.