domenica, dicembre 19, 2010

c'è posta per te

Chi non sa come funziona? La De Filippi ti manda a chiamare, tu decidi se accettare l’invito e, in caso positivo, ti ritrovi in trasmissione.

A quel punto lei, probabilmente per rompere il ghiaccio, chiede: “Sai già come funziona?”. E tutti preparatissimi: “Sì sì”. È come se lei non ascoltasse l’interlocutore, lo spiega lo stesso: “Ora io apro la busta, tu vedi chi ti manda a chiamare e poi decidi se sentire cos’ha da dirti”.

Spesso la gente immagina chi c’è dall’altra parte ma quando il pannello di quell’enorme busta elettronica si alza tutti, sorpresi, cambiano espressione. Alla fine l’invitato decide se abbracciare o meno l’invitante. Maria fa l’avvocato dell’invitante e cerca in ogni modo di convincere la controparte a levare la busta.

Ogni tanto immagino di essere chiamata anch’io a “C’è posta per te”. Se ricevessi davvero l’invito avrei un ventaglio di sei persone di cui sospettare, si va dal fidanzato dell’asilo a quello attuale passando per gente che ha da farsi perdonare qualcosa.

Tra queste sei persone ce n’è una che non vedo da 20 anni esatti e, considerando che ne ho 26, nel bene e nel male, deve aver fatto qualcosa di grosso per essere rimasto così impresso a una bambina. Se mi invitasse lei in trasmissione la farei parlare solo per dirgliene quattro. Gli direi che non si sparisce così e che poteva pensarci prima a farsi risentire. E poi gli renderei pan per focaccia: sarebbe una grossissima soddisfazione chiudergli la busta in faccia nonostante Maria gli faccia da avvocato.

Solo che nella vita non ci si può fidar di nessuno. Nemmeno di se stessi. Nella vita reale c’è facebook e lì le procedure sono accelerate: non puoi decidere se andare in trasmissione prima di sapere chi sia, non puoi decidere di far parlare il mittente solo dopo averlo visto, non puoi dare il tuo permesso per sentire cos’ha da dirti. Accade tutto insieme: hai un messaggio, vedi chi te lo manda e lo leggi.

Così improvvisamente fai tutto il contrario di quello che ti aspettavi da te stesso. Vorresti avere davvero l’enorme busta della De Filippi per toglierla immediatamente di mezzo e rivedere la persona che ti ha scritto. Sei contento, contentissimo perché sai che quelle tre righe sono costate tanto a chi ti ha scritto. A esser precisi il coraggio di scrivere quelle tre banali righe è direttamente proporzionale al tempo trascorso. Le tre righe arrivate a me pesano almeno 20 anni. Ti dispiace veramente tanto di non essere dalla De Filippi perché nella vita reale le persone non sono proprio dietro l’angolo e tu vorresti proprio riabbracciarla.

Allora capisci che lui (la persona in questione è un uomo) il gesto grande l’ha già fatto, talmente grande che non ti ricordi più perché volevi chiudergli la busta in faccia, vuoi solo rivederlo e gli rispondi immediatamente se vi va di prendervi un caffè e glielo vuoi offrire tu (almeno quello) perché capisci che sei tu quello in debito: quella persona in realtà è molto migliore di te che non hai mai trovato il coraggio di ricercarla. Non si può fare nulla per recuperare il tempo perso (il tempo perso non si recupera), ma si può evitare di perderne altro.

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