martedì, aprile 27, 2010

Il primo giorno di lavoro? Io comincio dal secondo

Com’è andato il mio primo giorno di lavoro? Beh, giudicate voi: 24 praticanti che da te si aspettano molto, i professori che un tempo ti insegnavano e ora sono tuoi colleghi che si aspettano ancora più dei praticanti, diversi programmi informatici da imparare in poche ore, la struttura didattica da fare, i giovani da dividere in gruppi, gli orari da concordare, i laboratori da controllare, il riscaldamento di Lumsa News che continua a fare le stagioni che vuole (nota: la scuola ha chiuso mesi, hanno fatto 30 postazioni computer bellissime, aggiustato l’impianto elettrico, sistemato le porte scorrevoli, potenziato le attrezzature, ristrutturato l’aula regia, insomma FATTO MIRACOLI ma lui…lui no: l’impianto di riscaldamento ha avuto la meglio anche sulla ristrutturazione epocale!) e chi più ne ha più ne metta.

Insomma, una giornata davvero pazzesca. Centinaia di cose da fare. Talmente tante che, dopo il discorso programmatico del neodirettore Seghetti ai ragazzi (in aula regia dato che al Lumsa News c’erano 40°),con gli altri docenti abbiamo deciso di rimandarle tutte a domani.

(Unico guaio: domani non le possiamo rimandare di nuovo. Il primo giorno si è trasformato in secondo e l’ansia da prestazione da primo giorno di lavoro ha deciso di accompagnarmi per altre 24 ore. Gioie e dolori della procrastinazione)

sabato, aprile 24, 2010

Prima del ritorno. Riassunto delle puntate precedenti

Una cosa è certa: l’incostanza nel gestire il blog mi contraddistingue. Mi piace molto scrivere (ma di più leggere….forse perché ci vuole meno tempo a leggere tre pagine che a scriverle) ma ultimamente ho avuto davvero poco tempo da dedicare a questo blog.

O forse il tempo non l’ho trovato. A dire il vero forse non l’ho manco cercato. Non avevo il tempo di cercare il tempo per scrivere. Visto che ho deciso di tornare su queste pagine e non so da dove cominciare, comincio dalle puntate precedenti.

Da quel 16 di settembre segnato sull’ultimo post sono successe molte cose. Dopo quel corso di Roma ho frequentato il corso per giornalisti di Fiuggi. Una settimana intensa di lezioni in cui ho conosciuto molti altri aspiranti professionisti. Quasi tutti più grandi di me, così grandi da farmi tenerezza come dei bambini alle prese coi compiti.

Quando si è in corsa costa poco fare gli ultimi cento metri della maratona ma se ci si ferma poi ripartire è davvero faticoso. Ecco, io e i ragazzi delle scuole (la minoranza) eravamo quei maratoneti freschi di studi universitari pronti a memorizzare tutto. Loro erano quelli che si erano fermati: dopo anni di lavoro rimettersi a studiare dev’essere stata proprio dura. Lo è stato per noi, figuriamoci per loro. Chi ce l’ha fatta ha tutta la mia ammirazione.

Nel caso in cui lo studio per l’esame non fosse bastato a riempirmi le giornate ho frequentato anche un master in Comunicazione digitale. Lato negativo: era all’Eur. Lato positivo: per compagni di banco ho avuto Pinuccia e Francesco, una a sinistra, l’altro a destra.

Dato che però era sempre troppo poco per me, ho ben pensato di creare un format televisivo e ho pure trovato una televisione che me lo producesse. Mesi di lavoro per un risultato a mio parere eccezionale. Lato negativo: il progetto con tutta probabilità rimarrà fine a se stesso. Lato positivo: ho conosciuto un team di lavoro a dir poco fantastico.

Non paga ho pensato anche di buttarmi in un progetto per avviare un’agenzia di stampa parlamentare che desse un po’ di voce ai cittadini. Qui non ci sono lati. Al momento è tutto fermo, in coma direi: servono molti più soldi e molte più strutture di quelle che potevamo immaginare all’inizio. Errore di calcolo. Siamo in cerca di una soluzione, ammesso ci sia.

Durante lo svolgimento (a volte contemporaneo) di tutte queste attività ho tenuto quattro lezioni in due università, ho mandato qualche curricula in giro e ho fatto domande per concorsi che ancora non si sono tenuti (mi permetto una nota: secondo me i concorsi li indicono apposta quasi un anno prima delle prove, così la gente per metà si seleziona da sola…i candidati si scorderanno quando si deve presentare).

Tutto questo studiando, studiando, studiando. Il mese scorso ho superato l’ultima prova dell’esame di Stato, ho ordinato il tesserino e la settimana prossima inzio un bel lavoro. Non bello nel senso comune del termine. La gente quando affianca l’aggettivo “bel” al sostantivo “lavoro” immagina un portafogli pieno. Il mio è un part-time: mezzo lavoro, mezza paga. Non fa una piega. È bello nel senso che sono certa mi piacerà da morire quello che farò: la mia vecchia scuola di giornalismo mi ha chiamato per essere la tutor dei nuovi praticanti. Tecnicamente devo dire così, ma così sembra un “lavoretto”.

Allora ho deciso di parafrasare il contratto: il mio lavoro è formare i giornalisti di domani. Per ora ne ho in mano trenta. Speriamo bene.

Il part-time, mi dovrebbe consentire anche di continuare a curare gli altri progetti (quelli in coma, per intenderci). Non sia mai si riesca a risvegliarli potrei pure un giorno ricordarmi di qualche mio studente del master. Sarebbe bello. In caso contrario… spero che siano gli studenti a ricordarsi di me.