venerdì, settembre 26, 2008

Cara Tutor ti scrivo, così mi distraggo un pò....

....vi racconto un pò di vita da redattore d'una scuola di giornalismo. Oggi, venerdì 26 settembre, io e Ilario siamo di turno in pomeriggio. Lui fotografia, io impaginazione. Il resto delle persone a casa a godersi il "per-loro" già cominciato week-end. Per capire la drammatica situazione credo che a poco serva raccontarla, ma possa essere utile ai miei sei lettori la visione di questa letterina che la nostra tutor lunedì troverà sulla sua scrivania. Ah, piccola precisazione: per la cronaca, in teoria il lunedì il nostro settimanale va in stampa.

"Cara Tutor,

stamattina , com'era prevedibile, non arriverò in ritardo perché il lavoro è allo stadio "carissimo amico".

Io e Ilario (che abinamento: grande idea mettere me e lui a fare il numero!) siamo rimasti fino a sera, ma a nulla sono valsi i nostri sforzi.

Innanzitutto NON ABBIAMO UNA COPERTINA. Ciarlo non solo si è categoricamente rifiutato di pubblicare le foto di Donna Massenti in copertina come da Paoluzi indicato, ma ha deciso di non usare le stesse nemmeno per la pagina con l'articolo di Vale. Risultato: il numero ha una foto di meno e non ha una copertina.

Soluzione proposta da Ciarlo: mandare qualcuno lunedì (cioè oggi ) a fare le foto dei "musulmani salvatori di ebrei"…a te l'onore della scelta del fortunato.

Gli altri guai te li elenco pagina per pagina…

- pag.2 manca ancora il sommario, l'editoriale, la rubricchetta "le parole di…" (m'avevi detto di farle per ultime, quindi…) i servizi di Radio Lumsa e Lumsa Tv….e chi più ne ha più ne metta.

- pag. 5 ARTICOLO NON PERVENUTO

- pag.7 ARTICOLO NON PERVENUTO

- pag. 11, non ha più la foto

-pag.16 straborda, va accorciata, ma Casale si è rifiutato di farlo (giustamente) se prima Paoluzi non gli corregge il pezzo

…In compenso IL PAGINONE CENTRALE È FATTO!

…ti ho messo questa BELLA NOTIZIA finale nel tentativo di indorarti la pillola….

Al mio arrivo, per favore, non mi uccidere…al massimo prenditela con Ilario: venerdì, pur di fare almeno un'altra pagina, m'ero proposta di finirgli io il pezzo mentre lui lavorava le foto con Ciarlo, ma lui non ha acconsentito quindi…credo attenderemo quel pezzo in eterno.

Proposta di soluzione: ma se usciamo direttamente la settimana prossima?

Spero tu abbia passato un buon weekend perché a rovinarti il lunedì, a quanto pare, ci ho pensato io…SCUSAMI.

Monia"


(ndr Ciarlo è il professore di fotografia, Paoluzi è il professore di giornalismo scritto che ci corregge i pezzi)

martedì, settembre 23, 2008

Come cambiano i viaggi di uno studente fuori sede

Due venerdì fa sono partita da Roma per farmi una settimana di ferie (dalla scuola di giornalismo) a casa, dai miei a Rieti. Vi racconto l’andata e il ritorno. A voi la facoltà di trarne una morale.

PARTENZA

Esco da casa alle 16, prendo il 492 e in un’oretta da San Pietro arrivo alla stazione Tiburtina. Degrado imperante: barboni immersi nei propri escrementi e zingarelli intenti a rovistare nelle borse di sprovveduti turisti (e non solo) appena approdati a Roma. Per cinque minuti di ritardo perdo il pullman e sono costretta ad aspettare un’ora. 60 minuti in cui ho avuto il tempo di assistere a innumerevoli scene pietose che nemmeno ai tempi della peste dei Promessi Sposi si sono viste: gente ubriaca cadere a terra e ivi rimanere cantando, teppistelli di ogni sorta e genere, rivenditori di orologi d’oro ben allineati all’interno d’un impermeabile decisamente fuori stagione, zingare d’altri tempi (ormai solo a Tiburtina si vedono quelle in gonna lunga, coi denti d’oro e i bambini appesi al collo in enormi fazzoletti) che leggono la mano a passanti impauriti (pure loro: se hai paura di queste cose che ti fai leggere la mano?!) che lasciano somme direttamente proporzionali all’espressione di paura sulle proprie facce…tutto questo senza considerare i barboni (molti mezzi nudi…e per “mezzi nudi” intendo la metà di sotto del corpo!) e i bambini impegnati nei furtarelli di cui sopra.

In questa bagarre le persone “normali”, viaggiatori, pendolari e studenti che tornano a casa per il weekend, si riconoscono subito: se ne stanno qua e là a gruppetti, tutti vicini vicini in punti strategici: se non sono dentro il bar o al Mc Donald sono fuori la pizzeria o alla fermata del proprio pullman, tutti rigorosamente stretti gli uni vicini agli altri intenti a guardarsi le spalle come se da un momento all’altro dovesse succedere chissà cosa.

Finalmente arriva il mio pullman, salgo e stranamente tiro un sospiro di sollievo. Quell’ora in attesa del bus deve avermi messo molta ansia: appena salita ho inspiegabilmente controllato se avessi ancora cellulare e portafogli. Fortunatamente c’erano entrambe. Non sono da me questi gesti, ma in quel momento ho davvero compreso che cosa volesse dire rientrare a casa in quelle zone di sera…magari nessuno ti dice niente, ma l’ansia che si ha vivendo in questi posti e vedendo cosa ti accade intorno, anche se non ti tocca da vicino, basta a non darti tranquillità. Ho ringraziato di vivere a San Pietro.

Pullman. Un traffico pazzesco avvolge la capitale, ma non tanto dentro Roma dove, seppur lentamente, si cammina. Appena fuori Roma: la salaria è congestionata. Tutto bloccato per ore. Ogni tanto ci muoviamo, ma facciamo dieci metri ogni volta. A un certo punto (dopo due ore di sosta!) capisco che c’è speranza, inizio a vedere il termine della fila: c’è un magico punto in cui il traffico ricomincia a scorrere! Mano mano che ci avviciniamo, sempre molto lentamente, capisco che non si tratta di un semaforo. Inizio a pensare ci sia un incidente. Penso addirittura sia stato mortale, non c’è altro motivo per cui le macchine siano così in difficoltà nel passare. Quando ormai manca un centinaio di metri capisco (e tiro un altro sospiro di sollievo) che un incidente non può essere: non c’è nemmeno un lampeggiante, né polizia, né carabinieri, né ambulanza. Niente.

Ma allora COSA CI SARA’ MAI?...dieci minuti per percorrere cento metri ed ecco la scoperta: 5 o 6 prostitute erano impegnate a “lavorare” per cui, tra chi le caricava, chi le faceva scendere, chi si fermava a parlare senza poi farle salire, chi faceva manovre azzardate per rimettersi in carreggiata, e semplici curiosi che rallentavano per assistere a spettacolini di dubbio gusto (non potete capire che balletto con cambio di mutande incorporato hanno fatto quando siamo passati col pullman) il traffico impazziva. Passate le prostitute niente più intoppi per tutto il viaggio. Non commento. La faccenda si commenta da sé: Roma-Rieti, 90 Km, tempo di percorrenza 4 ore. Sono arrivata a casa alle 10 di sera dalle 4 del pomeriggio che ero partita da casa mia a Roma. NO COMMENT.

IL RITORNO

Il venerdì successivo, cioè quello appena passato, devo tornare a Roma. Mi preparo psicologicamente a riaffrontare tutte le scene dell’andata, ormai rassegnata (dopo anni di viaggi affini a quello sopra descritto) all’idea di una Roma anarchica in cui i furbi se la spassano e i cittadini soffocano nello stress più che nello smog.

Partenza da Rieti ore 17 del pomeriggio. Sulla salaria tutto scorre. Strano. Mai successo in cinque anni di università. All’altezza degli stabili della Rai e di Sky noto una cosa a cui prima non avevo fatto caso: questo, il punto in cui di solito maggiormente si concentrano le prostitute, è libero. Neanche una ragazza con una sciarpa sul sedere (passatemi il termine “sciarpa”, perché mi rifiuto di chiamare “minigonna” una cosa che arriva a metà sedere lasciando intravedere davanti le mutande…quando ci sono, sennò si vede altro). Il vuoto. Un caso? Comincio a prestare attenzione e per tutto il viaggio cerco con gli occhi quelle ragazzette folcloristiche disturbatrici di molti dei miei viaggi. Niente: arrivo a Viale Somalia e non ne avvisto neanche una. Incredibile. Zero prostitute e un viaggio normale: Rieti-Roma, 90 Km, tempo di percorrenza: 90 minuti.

Alle 19.30 ero a Tiburtina. Mai successo. Per la prima volta in cinque anni sono arrivata in un’ora e mezza. E non solo: la stazione è stata una sorpresa. Niente zingari e nemmeno barboni, o meglio, qualcuno c’era, ma di quelli simpatici che hanno solo voglia di scambiare due parole, nessuno nudo, ubriaco, o col vomito addosso. Niente. Incredibile ma vero: al loro posto erano comparsi tanti militari. Soldatini rassicuranti e perché no, diciamolo: di bella presenza (scusate, ma se i maschi una settimana fa potevano bloccare il traffico d’una città per guardare cinque o sei cretine in abiti succinti e in atteggiamenti di dubbio gusto, io donna posso pure ammirare dei baldi giovani in divisa, al lavoro e al servizio della società, oh! E quando ce vò, ce vò! Tiè! …e vi farei notare che io non ho manco bloccato il traffico!).

Nel dubbio dell’essere approdata o meno nella città giusta riprendo il mio consueto 492 per tornare a casa. Ennesima sorpresa del giorno: mai successo in cinque anni a Roma, alle ore 20 sono saliti i controllori che hanno distribuito multe a destra e manca. Mi dispiace per i multati, ma per la prima volta non mi sono sentita cretina io che timbro sempre, anche sul notturno.

CONCLUSIONE: Non sono nella Roma che ho lasciato una settimana fa. Credo d’esser approdata in un universo parallelo. Un’ora e mezzo di viaggio, niente prostitute, l’esercito a Tiburtina e controllori sugli autobus. Decisamente non è la Roma da cui sono partita. Le disposizioni della nuova giunta capitolina per me sono state proprio un bel regalo: è la prima volta da quando sto a Roma che mi sono sentita tutelata come dovrebbe esserlo ogni cittadino d’un paese democratico…

domenica, settembre 21, 2008

Un sabato dedicato alla tesi

Propositi per il mio primo sabato libero: studiare per la tesi.

Il mio primo sabato libero.

MATTINA. Cinque ore di studio per la tesi. Ho letto 220 pagine tratte da varie enciclopedie alla ricerca delle personalità che dovrò intervistare (non potendo intervistare tutto il mondo, devo scegliere le figure più significative al mio scopo…quale metodo migliore del leggersi tutte le biografie?)

POMERIGGIO. Pranzo a base di carne, tanta carne rossa: per studiare c’è bisogno di energie. Caffè, no niente caffè: mi manda un messaggio Pina e mi invita a casa sua per il caffè. Vado da lei, tanto…un’oretta di chiacchierata con un amica ci vuole, mi rilasserà prima di rimettermi sui libri. Durata dell’oretta da Pina: 4 ore, dalle 15 alle 19 per l’esattezza. Diciamo che il caffè è stato un po’ lungo, ma…era necessario: Pina aveva fatto così tanti scoop durante la mia estate mantovana che necessitavo di essere aggiornata (scusate se non pubblico le scoperte, ma se rivelassi ciò che mi ha detto finiremmo entrambe in galera, e…non mi pare il caso).

SERATA. Torno a casa e mi metto al computer per scrivere la tesi. Scrivo: “ INTRODUZIONE. L’intento di questo lavoro è…” poi mi accorgo che è ora di prepararsi: alle 21 dobbiamo essere tutti da Luciano per il suo compleanno. Spengo il computer e vado.
Una bella festa in giardino (miracolosamente non ha piovuto) che…è finita alle ore di tre di notte!

Risultato: nemmeno stamattina, essendomi svegliata a ora di pranzo, ho fatto niente.

BILANCIO. Con la tesi sono a buon punto: ho già scritto la prima riga e si sa che chi ben comincia….

mercoledì, settembre 10, 2008

La privacy entra anche nel mio blog

Comunicazione di servizio a chi dovesse notare l'improvvisa sparizione d'un certo personaggio dal mio blog: in base al D.Lgs. 196/2003 in materia di tutela dei dati personali, il terzo stagista mantovano non ha espresso il consenso all'utilizzo del suo nome (tra l'altro nomignolo!) per ragioni a me poco chiare. Ha acconsentito solo all'utilizzo della propria immagine, quindi...se in vecchi post al posto di un certo nome trovate un'anonima "A." (lettera scelta a caso dall'alfabeto in quanto prima fra le altre, il prossimo tutelato potrebbe chiamarsi "B.", quello dopo ancora "C." e così via) non vi preoccupate, non è succeso nulla di strano: sto solo proteggendo il diritto alla privacy!

Un esame da fine del mondo

Esami finiti…che soddisfazione. Libretto chiuso con lode e tanti complimenti per le mie “doti conduttive”. Oltre alla solita interrogazione questo esame prevedeva un project work per la realizzazione di un Tg in piena regola. Col mio gruppo abbiamo realizzato degli ottimi servizi ma…nessuno voleva fare il conduttore. Per disperazione ci siamo cimentati io e Francesco…sembravamo due scimmie ammaestrate e ogni lancio è stato ripetuto almeno dieci volte prima di ottenere la versione definitiva. Però a quanto pare il montaggio fa miracoli e la nostra prova è piaciuta al prof. Damosso (Caporedattore e conduttore del TG1) che ha detto che sono un successone: ho preso dei complimenti tali per la conduzione che adesso (sarà così per due giorni, almeno finché non mi passerà la tipica euforia del 30 e lode all’ultimo esame della mia carriera universitaria) sono convinta che il mio futuro è condurre il telegiornale! Pa-pa-pa-para-pààààà pappa-ra-papa-papaaaaaaaaaa (leggere come la sigla del Tg!).

Anche se durante l’esame temevo il peggio…nel mentre a Ginevra era in atto l’esperimento del secolo: ricreare in piccolo il big bang…l’origine della materia. Piccolo effetto collaterale previsto dall’esperimento: la creazione di un buco nero che avrebbe potuto risucchiare la terra intera e forse pure il cosmo…ma già la terra mi sembra abbastanza. Temevo che da un momento all’atro tutto il mio corso di studi potesse essere vanificato, oppure che mi venisse comunicato il voto e prima di poterlo verbalizzare il mondo finisse…ma menomale che tutto è andato bene.

Oddio…almeno spero. Il giornale dava solo l’ora d’inizio del famigerato esperimento (9.30) ma non quella di fine…non vorrei che l’ora di fine fosse indicata dal momento in cui inizieremo a vedere tutto buio….AIIIIUUUUTOOOO!

Beh…mi metterei pure a lavorare alla tesi, ma con la spada di Damocle della fine del mondo sulla testa non mi pare il caso…meglio riposarsi. Davvero stavolta.

mercoledì, settembre 03, 2008

...comunicazione di servizio: sto rimbambendo

Tornata da Mantova, tre giorni a Rieti in totale relax e poi di nuovo a Roma: ricomincia il Lumsa News. Primo giorno, ore 9.00 lezioni di diritto penale. Fatica assurda per seguire…non mi ricordavo niente e Morfeo continuava a ripetermi: “non ascoltare, rimani ancora un po’ con me!”. Risultato: tre righe di appunti in due ore.

Secondo giorno: internet. Compito: mettere l’ultimo numero del settimanale e relativi articoli corredati da foto sul sito, cambiando anche l’home page. Tempo stimato per questo lavoro: 3-4 ore. Tempo impiegato da Monia: 7 ore e mezzo…quasi il doppio. Anche qui non mi ricordavo nulla, ma proprio nulla…a un certo punto avevo anche creato dei link A SORPRESA!

Che vuol dire? Praticamente a chi cliccava sul titolo “Speciale mosaici” poteva benissimo uscire un’interessantissima inchiesta sull’Africa, e chi voleva leggere l’inchiesta sui rom poteva tranquillamente finire nell’articolo sulle olimpiadi cinesi…davvero divertente. E anche rischioso: ho rischiato di farmi licenziare da un lavoro che nemmeno è tale…sorvoliamo.

La conclusione è una: LO STAGE MI HA TOTALMENTE RIMBAMBITO!!!…ho bisogno d’una vacanza….tanto bisogno d’una vacanza…ma non posso: il 10 DOVREI avere un esame (condizionale d’obbligo: in queste condizioni studiare è un’impresa)….AIUUUUUUTOOOO…ho appena notato una cosa….

Scrivendo il post ho notato che blogger ha questa data: 03/09/’08…ma oggi è 3 settembre????ma com’è potuto succedere??????…nooooo!…cavoli, pensavo che al 10 mancassero due settimane, scopro ora che è una sola!ma com’è possibile? Ho perso una settimana della mia vita...perdo un sacco di cose a dire il vero, ma una settimana non m’era mai capitato! E ora????….dunque, cari i miei sei lettori, vi avviso che sto andando a prendere un fantastico modulo di richiesta ferie e….ME NE VADO IN FERIE: per una settimana mi ritiro a vita privata e studio, studio, studio…almeno questo è il proposito…se poi Morfeo torna a chiamarmi…dormo, dormo, dormo.