lunedì, marzo 09, 2009

Il più bel regalo per la festa della donna: ritrovare tre amiche preziose

Mentre scrivevo i ringraziamenti della tesi ho ripercorso mentalmente gli ultimi cinque anni e mi sono ritrovata a constatare quanta gente è entrata e uscita dalla mia vita, quanti amici ho guadagnato e quante persone si sono allontanate per casi strani.

Nella lista uno strano posto lo occupano tre ragazze speciali: mai uscite dalla mia vita non sono riuscita a nemmeno a trattenerle…piano piano stanno scivolando via. Parlo spesso, spessimo di loro: Emanuela, Giorgia e Ilaria. Sono state le mie prime coinquiline e ho parlato così tanto di loro che credo che le mie attuali coinquiline provino nei confronti del mio rapporto con le prime una sorta di “invidia”. Nei ringraziamenti della tesi a loro è toccato un posto particolare: pur avendole perse di vista da due anni, loro hanno avuto un ruolo essenziale nella mia crescita. Le chiamavo “mamma Ilaria” e “mamma Giorgia” tanto per dire quanto mi hanno dato. A Emanuela è toccato un nomignolo diverso: “soldato Manu”. Non perché mi abbia insegnato meno delle altre ma perché con lei dividevo quella stanza che tanto somigliava a una camerata, tanto era spartana.
In quanto mie “mamme” da ognuna di loro ho ereditato qualcosa. Da Emanuela il farsi le paranoie e l’essere sbadata, da Ilaria la concretezza e la classe (anche se è impossibile essere al suo livello) e da Giorgia il modo di guardare le cose, sempre col sorriso. Per dirne una: sono state loro a farmi notare quanto mi piaceva Francesco…io lo sapevo che mi piaceva, ma non volevo ammetterlo per paura d’un rifiuto (poi fortunatamente si dichiarò lui)…ma nonostante riuscissi a negare l’evidenza a me stessa, con loro non ci riuscivo.

Sono sempre state nel mio cuore ma ad un certo punto stavano sparendo in silenzio. E come tutte le cose che avvengono senza far rumore non mi stavo accorgendo di ciò che stava succedendo.
Nonostante io avessi dovuto essere una specie di intrusa per loro (avevano vissuto tre anni a casa insieme e io ero l’ultima arrivata!) loro non m’hanno fatto mai sentire l’ultima arrivata e la differenza d’età non è stata un problema per tutti i tre anni della nostra fantastica convivenza. Un problema che non m’ero mai posto insomma ma che ad un certo punto s’è presentato in maniera subdola: a tre anni dalla nostra conoscenza loro si laureavano e prendevano le loro strade, Giorgia si sposava addirittura e io rimanevo “bloccata” altri tre anni all’Università. Ognuna per la propria strada in tre città diverse. Lo stacco è stato forte. Sapevo che avrei perso la quotidianità, ma ci tenevo a mantenere l’amicizia. Per un periodo ci siamo sentite, poi… gli impegni sono aumentati e le telefonate hanno iniziato a diradarsi riducendosi agli auguri di compleanno.
Solo adesso a tesi fatta con il ritmo frenetico delle cose rallentato ho iniziato a realizzare cosa sta succedendo: mi stavano scivolando via. Ho fatto facebook, le ho cercate. Ne ho trovate due su tre: Ilaria e Giorgia. Un buon modo per riprendere i contatti e sentirsi quotidianamente. Che piacere vedere le foto e sentirle 2,3,4,5 volte al giorno! Finalmente.

Non solo. Ho desiderato così tanto rivederle che è successa una cosa strana. Tornata a casa Chiara (la mia nuova compagna di stanza arrivata l’anno scorso) aveva appeso al muro una lettera di benvenuto che le avevo scritto giusto un anno fa e che nemmeno ricordavo d’averle dato. Anche lì il riferimento a Giorgia, Ilaria e Manuela era palese: le dicevo che avrei voluto essere per lei quello che loro erano state per me visto che la differenza d’età e d’esperienza tra lei e me era la stessa di qualche anno prima tra me e loro. Le dicevo che per me era arrivato il momento di “passare il favore”. Sinceramente me la sto cavando, ma non credo d’esser alla loro altezza. Comunque, stranamente la lettera è risaltata fuori proprio ora. Idem per delle foto scattate nella vecchia casa. Un continuo tuffo nel passato. L’altro ieri così ho fatto un proposito: richiamare tutte. Senza motivo. Niente auguri di compleanno o di Natale, solo SENTIRSI. Avevo anche fatto un programma. Per prima Giorgia. L’avrei chiamata ieri, domenica, così entrambe avremmo avuto del tempo libero e avrebbe potuto raccontarmi del suo viaggio a piedi a Santiago e non solo. In settimana sarebbe stato il turno di Ilaria, e domenica prossima (tornando a Rieti) avrei chiamato Emanuela (anche lei di Rieti) chiedendole di vedersi.

Ieri camminavo per strada per andare da Francesco. Col telefono in mano, pronta a chiamare Giorgia dall’autobus. Mi sporgo alla fermata per vedere se il 49 o il 990 stanno arrivando e vedo una faccia sorridente al semaforo dentro un bel macchinone. È Matteo, il ragazzo…anzi, MARITO di Giorgia: lei è dietro col piccolo Giacomo. Ho desiderato così tanto vederli che si erano materializzati! Un’incontro fortuito tra i più belli del mondo. Gli altri due propositi rimangono. In settimana chiamo Ilaria e nel weekend Manu. Chi lo sa che prima che parta per Washington non si riesca a organizzare una bella rimpatriata. Contro i casi strani della vita che alle volte ci dividono e poi…poi quando meno te lo aspetti ti fanno un regalo che rende una giornata favolosa. La vita è una continua sorpresa meravigliosa…forse ti allontana le persone più preziose proprio per farti provare quella forte emozione di ritrovarle all'improvviso un giorno a primavera.