martedì, settembre 23, 2008

Come cambiano i viaggi di uno studente fuori sede

Due venerdì fa sono partita da Roma per farmi una settimana di ferie (dalla scuola di giornalismo) a casa, dai miei a Rieti. Vi racconto l’andata e il ritorno. A voi la facoltà di trarne una morale.

PARTENZA

Esco da casa alle 16, prendo il 492 e in un’oretta da San Pietro arrivo alla stazione Tiburtina. Degrado imperante: barboni immersi nei propri escrementi e zingarelli intenti a rovistare nelle borse di sprovveduti turisti (e non solo) appena approdati a Roma. Per cinque minuti di ritardo perdo il pullman e sono costretta ad aspettare un’ora. 60 minuti in cui ho avuto il tempo di assistere a innumerevoli scene pietose che nemmeno ai tempi della peste dei Promessi Sposi si sono viste: gente ubriaca cadere a terra e ivi rimanere cantando, teppistelli di ogni sorta e genere, rivenditori di orologi d’oro ben allineati all’interno d’un impermeabile decisamente fuori stagione, zingare d’altri tempi (ormai solo a Tiburtina si vedono quelle in gonna lunga, coi denti d’oro e i bambini appesi al collo in enormi fazzoletti) che leggono la mano a passanti impauriti (pure loro: se hai paura di queste cose che ti fai leggere la mano?!) che lasciano somme direttamente proporzionali all’espressione di paura sulle proprie facce…tutto questo senza considerare i barboni (molti mezzi nudi…e per “mezzi nudi” intendo la metà di sotto del corpo!) e i bambini impegnati nei furtarelli di cui sopra.

In questa bagarre le persone “normali”, viaggiatori, pendolari e studenti che tornano a casa per il weekend, si riconoscono subito: se ne stanno qua e là a gruppetti, tutti vicini vicini in punti strategici: se non sono dentro il bar o al Mc Donald sono fuori la pizzeria o alla fermata del proprio pullman, tutti rigorosamente stretti gli uni vicini agli altri intenti a guardarsi le spalle come se da un momento all’altro dovesse succedere chissà cosa.

Finalmente arriva il mio pullman, salgo e stranamente tiro un sospiro di sollievo. Quell’ora in attesa del bus deve avermi messo molta ansia: appena salita ho inspiegabilmente controllato se avessi ancora cellulare e portafogli. Fortunatamente c’erano entrambe. Non sono da me questi gesti, ma in quel momento ho davvero compreso che cosa volesse dire rientrare a casa in quelle zone di sera…magari nessuno ti dice niente, ma l’ansia che si ha vivendo in questi posti e vedendo cosa ti accade intorno, anche se non ti tocca da vicino, basta a non darti tranquillità. Ho ringraziato di vivere a San Pietro.

Pullman. Un traffico pazzesco avvolge la capitale, ma non tanto dentro Roma dove, seppur lentamente, si cammina. Appena fuori Roma: la salaria è congestionata. Tutto bloccato per ore. Ogni tanto ci muoviamo, ma facciamo dieci metri ogni volta. A un certo punto (dopo due ore di sosta!) capisco che c’è speranza, inizio a vedere il termine della fila: c’è un magico punto in cui il traffico ricomincia a scorrere! Mano mano che ci avviciniamo, sempre molto lentamente, capisco che non si tratta di un semaforo. Inizio a pensare ci sia un incidente. Penso addirittura sia stato mortale, non c’è altro motivo per cui le macchine siano così in difficoltà nel passare. Quando ormai manca un centinaio di metri capisco (e tiro un altro sospiro di sollievo) che un incidente non può essere: non c’è nemmeno un lampeggiante, né polizia, né carabinieri, né ambulanza. Niente.

Ma allora COSA CI SARA’ MAI?...dieci minuti per percorrere cento metri ed ecco la scoperta: 5 o 6 prostitute erano impegnate a “lavorare” per cui, tra chi le caricava, chi le faceva scendere, chi si fermava a parlare senza poi farle salire, chi faceva manovre azzardate per rimettersi in carreggiata, e semplici curiosi che rallentavano per assistere a spettacolini di dubbio gusto (non potete capire che balletto con cambio di mutande incorporato hanno fatto quando siamo passati col pullman) il traffico impazziva. Passate le prostitute niente più intoppi per tutto il viaggio. Non commento. La faccenda si commenta da sé: Roma-Rieti, 90 Km, tempo di percorrenza 4 ore. Sono arrivata a casa alle 10 di sera dalle 4 del pomeriggio che ero partita da casa mia a Roma. NO COMMENT.

IL RITORNO

Il venerdì successivo, cioè quello appena passato, devo tornare a Roma. Mi preparo psicologicamente a riaffrontare tutte le scene dell’andata, ormai rassegnata (dopo anni di viaggi affini a quello sopra descritto) all’idea di una Roma anarchica in cui i furbi se la spassano e i cittadini soffocano nello stress più che nello smog.

Partenza da Rieti ore 17 del pomeriggio. Sulla salaria tutto scorre. Strano. Mai successo in cinque anni di università. All’altezza degli stabili della Rai e di Sky noto una cosa a cui prima non avevo fatto caso: questo, il punto in cui di solito maggiormente si concentrano le prostitute, è libero. Neanche una ragazza con una sciarpa sul sedere (passatemi il termine “sciarpa”, perché mi rifiuto di chiamare “minigonna” una cosa che arriva a metà sedere lasciando intravedere davanti le mutande…quando ci sono, sennò si vede altro). Il vuoto. Un caso? Comincio a prestare attenzione e per tutto il viaggio cerco con gli occhi quelle ragazzette folcloristiche disturbatrici di molti dei miei viaggi. Niente: arrivo a Viale Somalia e non ne avvisto neanche una. Incredibile. Zero prostitute e un viaggio normale: Rieti-Roma, 90 Km, tempo di percorrenza: 90 minuti.

Alle 19.30 ero a Tiburtina. Mai successo. Per la prima volta in cinque anni sono arrivata in un’ora e mezza. E non solo: la stazione è stata una sorpresa. Niente zingari e nemmeno barboni, o meglio, qualcuno c’era, ma di quelli simpatici che hanno solo voglia di scambiare due parole, nessuno nudo, ubriaco, o col vomito addosso. Niente. Incredibile ma vero: al loro posto erano comparsi tanti militari. Soldatini rassicuranti e perché no, diciamolo: di bella presenza (scusate, ma se i maschi una settimana fa potevano bloccare il traffico d’una città per guardare cinque o sei cretine in abiti succinti e in atteggiamenti di dubbio gusto, io donna posso pure ammirare dei baldi giovani in divisa, al lavoro e al servizio della società, oh! E quando ce vò, ce vò! Tiè! …e vi farei notare che io non ho manco bloccato il traffico!).

Nel dubbio dell’essere approdata o meno nella città giusta riprendo il mio consueto 492 per tornare a casa. Ennesima sorpresa del giorno: mai successo in cinque anni a Roma, alle ore 20 sono saliti i controllori che hanno distribuito multe a destra e manca. Mi dispiace per i multati, ma per la prima volta non mi sono sentita cretina io che timbro sempre, anche sul notturno.

CONCLUSIONE: Non sono nella Roma che ho lasciato una settimana fa. Credo d’esser approdata in un universo parallelo. Un’ora e mezzo di viaggio, niente prostitute, l’esercito a Tiburtina e controllori sugli autobus. Decisamente non è la Roma da cui sono partita. Le disposizioni della nuova giunta capitolina per me sono state proprio un bel regalo: è la prima volta da quando sto a Roma che mi sono sentita tutelata come dovrebbe esserlo ogni cittadino d’un paese democratico…

4 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

beh speriamo non sia stato un fuoco di paglia...

eppure c'è chi critica governo e alemanno...che almeno qualcosa la provano a fare..

eppure c'è chi critica di razzismo chi si ribella a gente (rom) che non ha nessuna voglia di integrarsi (vabbè qualcuno si) e mina costantemente la sicurezza dei cittadini..

ah no...il problema sicurezza non esiste.. .. ..

Fraaa

4:40 PM

 
Blogger Monia ha detto...

Per molte cose non mi trovo d'accordo con la giunta Alemanno (vedi i tagli alla Festa del Cinema, la non-nottebianca ecc.), però...quando uno fa qualcosa di giusto, anch se la pensa diversamente da noi, dobbiamo rendere onore al merito.

Mai incatenarsi all'interno dei pregiudizi: lasciamo che gli altri ci sorprendano

1:18 PM

 
Anonymous Anonimo ha detto...

beh sui tagli non sono in disaccordo..lui giustamente ha detto che certi eventi li devono finanziare i privati...con i soldi pubblici vanno fatti interventi più importanti (non che le cose culturali non lo sono, anzi) e urgenti per la collettività..magari rifare una strada bucata dove il giorno prima uno è cascato..

1:37 PM

 
Anonymous Anonimo ha detto...

ero fra

1:38 PM

 

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