lunedì, maggio 25, 2009

Washington Dc, Puntata quattordici. "Una settimana da Dio"...o meglio, COME Dio...

Questo post e' teologico filosofico. Gli aneddoti in esso inclusi sono noiosi e poco interessanti per chi volesse sapere che cosa io stia facendo. Piu' che una pagina di diario e' una raccolta di peregrinazioni mentali per i piu' stupide e senza senso. Siete stai avvisati. Ora se volete continuare a leggere fatelo a vostro rischio e pericolo. il mio consiglio e' quello di aspettare il prossimo post... Uomo avvisato...

Oggi pomeriggio ho parlato con Keko..su Msn. Keko e' davvero giu' di morale. Ed e' impossibile tirarlo su. Ci sto provando in tutti i modi, ma niente. Non c'e' cosa peggiore che parlare con chi non ti ascolta. Comunque io continuo a parlare..sono convinta che un giorno mi ascoltera'. Se non lo fara' perche' ha voglia lo fara' perche' non ne puo' piu' di starmi a sentire.

Durante la nostra conversazione ho cercato di fargli capire quanto il COME sia importante nella vita. Lui si chiedeva PERCHE'. Credo che tutti almeno una volta nella vita abbiano chiesto a Dio "Perche' a me?". Parlavamo di questo. Lui mi ha posto la domanda e io gli ho detto: "Se fossi Dio sai che ti risponderei? 'Perche' no?' ". Lui non capiva... ma non c'e' molto da capire. La domanda importante nella vita non e' "perche'?". E nemmeno "Cosa". Ma COME.

Quello che conta nella vita e' il COME. Prendiamo un film, o un libro, o una storia. Quello che volete. Spesso nel titolo c'e' gia' la fine. Spesso dal trailer gia' si sa chi morira'. Spesso dalla copertina si intuisce chi perdera' cosa. Allora se gia' sappiamo come finisce perche' ci andiamo a vedere il film? Perche' compriamo il libro? Perche' vogliamo sapere COME.

Prendi il film "sette anime". Lo sai fin dall'inizio che Will Smith morira'. Quello che non sai e' come. E' il come a rendere bella quella storia, a lasciarti senza fiato, a farti uscire dal cinema con la sensazione "da domani si cambia vita". A rendere bella o brutta una storia non e' cosa succede, ma COME.

Con la vita e' lo stesso. Questo cercavo di spiegare a Keko. Non importa cosa accade o perche', ma COME tu ti giochi la tua vita. Come reagisci alle cose, come muovi le pedine sulla scacchiera, come guardi alle persone intorno. COME.

Ed e' inutile chiedere a Dio perche'. Primo perche' tanto quasi mai te lo dice li per li, al massimo te lo fa capire dopo anni. Secondo perche' tanto Dio ha comunque ragione. in quanto Dio si presuppone che la sua sia la scelta giusta e la tua quella sbagliata. Lui e' Dio. Fine della discussione.

Di questo parlavo l'altro giorno con Charbel. Quel ragazzo m'ha stupito. Non so come ma ci siamo messi a parlare delle preghiere. Forse merito delle birre che giravano in giardino. Lui mi fa: "Sai, tante volte ho bisogno di cose che inizio a chiedere a Dio... ma le voglio proprio. Allora faccio: Dio, per favore, aitami in questo, dammi quest'altro, fai che questo si realizzi ecc. Poi mentre gli espongo i miei desideri mi vedo davanti che cosa succederebbe se si avverassero e solitamente finisco la mia preghiera con: Vabbe' Dio, sai che c'e'... non fa niente, mi sa che e' meglio che decidi tu cosa e' meglio per me. Fa come ti pare".
Ecco, la chiave di tutto sta in quel "Fa come ti pare". Fa COME ti pare. COME.

Credo che questo sia l'approccio corretto per relazionarsi a Dio. E poi essere Dio mica e' facile!
Oggi sono andata a messa. La predica americana e' stata un'americanata. No davvero..in Italia non sarebbe mai successo. Ma e' per questo che m'e' piaciuta: il prete ha usato il film "Una settimana da Dio" per spiegare il Vangelo. Un film comico con Jim Carrey per spiegare il Vangelo. Magari e' strano, ma HA FUNZIONATO. Credo che tutti abbiano capito il messaggio: e' inutile prendersela con Dio tanto nessuno di noi al suo posto sarebbe capace di fare meglio. Jim Carrey ci ha provato, ma... alla fine ha concluso che se Dio e' Dio e' perche' solo Lui puo' esserlo e se passassimo piu' tempo ad apprezzare cio' che ci da piuttosto che chiedere cio' che non abbiamo (che, come insegna Charbel, il piu' delle volte non ci serve neanche) saremmo molto piu' felici.

Tanto per cocludere la puntata teologica del mio viaggio concludo con questo aneddoto. L'altro giorno con Halim stavamo facendo jogging nel parco della Casa Bianca. L'ossigenazione delle gambe deve aver reso scarsa quella del cervello perche' abbiamo intrapreso una discussione surreale su cosa sia il paradiso. Beh, dopo ore di progettazione abbiamo concluso che e' il posto dove finalmente rivedrai tutte le persone a cui hai voluto bene nella vita, che hai incontrato nell'arco del tuo cammino e che per un motivo o per un altro si sono allontanate.

Poi ci siamo accorti (o meglio, lui si e' accorto!) che la cosa non funzionava. Io: "Wow, ma i rendi conto che hai risolto il mio problema che mi rendeva malinconica questi giorni?" (Per la cronaca: il problema e' che in seguito alla partenza di alcune persone con cui avevo legato me ne sono andata in depressione: ho improvvisamente realizzato che posso si' rincontrare anche tutte le persone che conosco qui, ma una o alla volta; non staremo mai di nuovo tutti insieme COME adesso a fare le stesse discussioni e cretinate). Lui mi risponde: "Davvero?". Io: "Si. ero triste perche' pensavo che non ci saremmo mai piu' rivisti tutti insieme, invece un giorno, benche molto lontano (si spera) staremo di nuovo tutti insieme a giocare a pallavolo col Chiuahua team!". E lui: "Ne sei sicura?". Io: "Si! non ci credi nel paradiso?". Lui, spiazzante: "Nel paradiso si', ma sei sicura che ci staremo di nuovo tutti insieme? proprio tutti?".

M'ha fatto morir dal ridere. Io so che ci staremo tutti perche' su paradiso, inferno e purgatorio c'ho una mia teoria che non posso scrivere senno' mi scomunicano, pero'...m'ha fatto morir dal reidere la sua uscita. E' stato il momento in cui ho capito che PER SICUREZZA (metti caso la mia teoria teologica sia fasulla) e' meglio vivere tutto al meglio, "fare i bravi" come si dice ai bambini.
Il premio e' poter rincontrare tutte le persone a cui abbiamo voluto bene. Dal compagno di banco dell'asilo con cui abbiamo condiviso tre anni della nostra vita ma di cui non ci ricordiamo il nome, al vicino di letto dell'ospizio o dell'ospedale con cui abbiamo condiviso qualche ora prima di morire e di cui sappiamo solo il nome, perche' non abbiamo avuto il tempo di chiedergli COME e' stata la sua vita.

Perche' alla fine di tutto, in punto di morte le persone nel domandarsi se meritano il paradiso non si chiedono "cosa" o "perche'" e' stata la loro vita, ma COME.

11 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

ECCO COSA MI MANCA DI + TE, I NOSTRI DISCORSI SUI MASSIMI SISTEMI. CREDO CHE TU SIA UNA DELLE POCHISSIME PERSONE CHE POTREI STARE A SENTIRE PER ORE NON PERCHè MI DAI RAGIONE, MA PROPRIO PERCHè LA PENSI IN MODO OPPOSTO AL MIO E QUESTO MI "DA A PENSARE" (COME DIREBBE LA IANNOTTA), MI AIUTA A RIFLETTERE.
DI SOLITO SONO + INTOLLERANTE CON CHI NON LA PENSA COME ME E NON SA FAR VALERE IN MODO SANO LE SUE IDEE (ES: NON PARLO MAI DI POLITICA CON ERMANNO...)PERCHè LO TROVO IMPRODUTTIVO (E QUI SOTTOLINEO IL PERCHè!!!).
CON TE è EVIDENTEMENTE MOLTO DIVERSO E MI RESTA SOLO UNA COSA DA DIRTI: GRAZIE!

9:39 AM

 
Anonymous Anonimo ha detto...

KEKO OF COURSE

9:50 AM

 
Anonymous Anonimo ha detto...

è troppo bello e riflessivo leggerti..
sei una persona molto intelligente e molto profonda, spirituale..
sei una persona che può insegnare tanto agli altri..
e ti ricordi una volta che ti ho detto?? "Tu sei la prova che Dio esiste"..

love

4:18 PM

 
Anonymous Pinuccia ha detto...

Un bellissimo post, mi ha dato tanto da pensare e me ne sta dando ancora...

7:56 PM

 
Blogger Monia ha detto...

Wow..cosa dire ragazzi... GRAZIE per i bei commenti... quando l'ho scritto non credevo di suscitare tutto questo...GRAZIE DAVVERO

8:08 PM

 
Blogger Gonzalo ha detto...

Molto bello Monia. La Fede non si misura certo coi grandi discorsi e questo tuo semplice argomentare è prova di un'esercizio possibile, alla portata di tutti, o almeno, di chiunque abbia il coraggio di porsi delle domande sulla propria vita. Grazie.
Alla fine, Qualcuno ci ha detto, saremo giudicati sull'Amore, ed è questo per me il "come"...

6:32 PM

 
Anonymous Anonimo ha detto...

Ripeto le tue parole di speranza sono splendide, ma la vita non è vita se ogni giorno ti ritrovi condizionato "dai problemi di mobilità" nella scelta del posto di lavoro...
keko

11:26 AM

 
Blogger Monia ha detto...

Si e' sempre condizionati da qualcosa nella vita. Tu hai i tuoi problemi di motilita' (che per me sono piu' gravi nella tua mente che in realta') gli altri hanno altro. Ognuno ha la sua. Con una differenza magari: il tuo si vede a occhio nudo e ti spinge a pensare che tu sia l'unico ad avere condizionamenti... ma non crdere che cio' che vedi negli altri non esista. Nel mio dialetto c'e' un detto che suona piu' o meno cosi': "Se tutti portassimo in piazza le nostre croci per fare a cambio, ognuno deciderebbe di riportarsi a casa la propria".

5:54 PM

 
Anonymous Anonimo ha detto...

Anche nel mio dialetto c'è un detto simile, ma ciò ke ti ho scritto stamane era motivato da un fatto ben preciso che è successo stamattina e che mi ha fatto girare le balle...poi ti racconterò!

6:46 PM

 
Anonymous Anonimo ha detto...

keko

6:47 PM

 
Anonymous Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie

11:57 PM

 

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