mercoledì, aprile 29, 2009

Washington Dc, puntata nove. La quiete dopo la tempesta.

Oggi per la prima volta mi sono chiesta “ma chi me lo ha fatto fare?”. Chi me lo ha fatto fare non lo so ancora, ma stasera ho avuto la prova che chiunque esso sia devo essergli grata.
Oggi all’Ansa è stata una giornata molto pesante. Ho notato che il ritmo di lavoro era praticamente a zero. Due o tre pezzi al giorno (precisazione, sono di 20 righe l’uno) potevano pure andare i primi giorni, ma ormai sono qui da una settimana e speravo di fare di più.
Non dico che come a Mantova mi dovevano far passare intere giornate in redazione (non sono così stacanovista) ma nemmeno passare le giornate a vedere che fa la gente su facebook mi sembra una grande occupazione. Diciamo che una via di mezzo tra le due cose mi sarebbe andata molto bene.

Oggi come al solito mi danno due notizie dopo la riunione, le faccio in un’oretta. Per un po’ aspetto mi diano altro, ma vedendo tutti molto indaffarati comincio a cercare da sola. Qualcosa che possa andare…ovviamente consapevole che tutte le cose più importanti spettano a loro.
Non trovo nulla: i giornali e i siti sono tutti presi dalla psicosi dell’influenza suina. Ci sono delle notizie che trovo belle ma non credo fossero d’interesse per il pubblico italiano. Alla fine gira che ti rigira scopro l’ennesima truffa immobiliare a danno di poveri malcapitati. Non è da premio pulitzer ma può andare. Chiedo se posso farla. Permesso accordato.

Il caposervizio me la corregge ben due volte e speravo di non avergliela mai chiesta…mi sembrava di stargli a far perdere tempo: già ha tanto da fare per lui senza me che propongo le cose e me le deve correggere… forse era meglio se non facevo niente.
Ma senza far niente proprio non ci so stare. Fossi potuta uscire, incontrare gli altri, godermi la città, ok. Ma se dovevo stare in redazione tanto valeva lavorare. Ci ho provato tutto il giorno ma non ci sono riuscita: non trovavo nulla che potesse andare.

A un certo punto il capo mi fa: “Monia ma tu quando finisci la vacanza?”. Io: “quale vacanza?” e lui: “quella che stai facendo qui!” e mi dice che secondo lui non rendo e che tutti gli altri stagisti erano meglio di me. Io non pretendo d’essere meglio degli altri, lo so che non sono meglio di nessuno (e lo sanno bene i miei amici al Lumsa News che io e Ilario lo ripetiamo sempre che agli esami io e lui faticheremo più di tutti, lui lo dice per insicurezza perché secondo me è uno dei più bravi, io lo dico perché lo so), però sentirmelo dire come rimprovero davanti a tutti m’ha fatto uno strano effetto. Vi giuro che io c’ho provato a tentare di capire che cosa dovevo fare, ma se questo è un tirocinio non dovrebbero spiegarmi loro qualcosa? Non dico ogni minuto dirmi “fai questo, fai quello”, ma almeno dirmi UNA SOLA VOLTA quali sono i criteri con cui selezionare le notizie da riportare (magari ho scartato cose interessanti e riportato altre insignificanti!).
Vabbè…credo si sia accorto che c’ero rimasta male (o meglio credo glielo abbia fatto notare un giornalista al quale ho avuto la triste sensazione d’aver fatto pena) e prima di mandarmi via m’ha chiamato nel suo ufficio. Ha detto che era una chiacchierata che avremmo dovuto fare il primo giorno tanto per capire cosa avevo fatto io prima di andare lì (gli ho detto dei miei precedenti stage), poi mi ha detto che sono arrivata in un momento denso di cose e che hanno avuto poco tempo per seguirmi ma che recupereranno. Suonava un po’ come una giustificazione per quello che m’aveva detto prima, non saprei. Intendiamoci, apprezzo molto che abbia fatto quella discussione: avesse sbagliato mi stava chiedendo scusa, avesse ragione si stava preoccupando della mia reazione, in ogni caso un atteggiamento positivo e da apprezzare. Fatto sta che uscendo non stavo bene: è dura realizzare d’aver dato il massimo ma che quel massimo per gli altri non è abbastanza.

Ero intenzionata a inventarmi una scusa per non andare domani quando davanti la Casa Bianca mi squilla il telefono. È Francesco. Strano. Lui non chiama mai. In questa settimana ci siamo sentiti solo nel weekend. Come tutti i supereroi arriva al momento giusto nel posto giusto. Dico solo “Pronto” e lui “che è successo?”. Dico diverse volte “niente”, ma lui è così insistente che la cosa migliore che mi viene in mente è: “siccome non riesco a parlare mi dici la tua giornata così intanto io mi tranquillizzo, e poi ti dico la mia”. Mi dice sinteticamente la sua e così non ho tempo di tranquillizzarmi a sufficienza e quando è il mio turno balbetto e sono visibilmente scossa. Non so come ha fatto, non me lo ricordo, ma a un certo punto lui stava parlando e io ero tranquilla. Volevo perfino andare a lavoro l’indomani. Proprio per dimostrargli che sarò pure la peggiore degli stagisti ma se non altro sono quella che ce la può mettere più di tutti. Sul risultato non poso garantire, ma sul’impegno sì. 20 minuti al telefono e questo era il risultato. Stavo molto meglio…

Non so quanto ha speso Francesco ma gli sarò infinitamente grata. Poi ha chiamato pure mia mamma, ma con lei ero molto più sollevata e forse sono riuscita a non trasmetterle la mia agitazione. Lei mi ha raccontato della laurea di mio cugino: oggi sono andati all’Aquila e lui s’è laureato in una tenda a causa del terremoto che ha distrutto l’Università. Io sono fortunata da questo punto di vista e non sono autorizzata a lamentarmi per il primo rimprovero che mi becco.
Siccome appena smette di piovere esce l’arcobaleno ma a terra rimane tutto bagnato, sono arrivata a Ish ancora giù di morale. Doccia e cena. A cena rispondo “yes” e “no” alle domande. È il massimo che mi si possa chiedere oggi. Oltretutto che c’è una pasta non degna di questo nome e del riso in bianco tristissimo. Per la prima volta nella vita sono stata contenta di mangiare l’insalata, davvero contenta.

Comunque, non so perché dopo cena sono uscita in giardino. Forse semplicemente per godermi un po’ d’aria fresca. È stata la cosa migliore che potessi fare oggi: ho passato tre ore a parlare con delle persone a cui, ahimè, ho scoperto di volere già bene.
Avevo fatto il proposito di non affezionarmi a nessuno, ma come al solito lo sto disattendendo. Qui da una settimana e sono triste perché va via un ragazzo giapponese di cui non ricordo il nome. Mi dispiace davvero: l’ho conosciuto l’altro ieri alla festa e abbiamo avuto modo di parlare per un po’. Sapere che parte mi ha messo tristezza non perché fossi affezionata a lui, ma perché so che ho perso l’occasione di conoscerlo meglio. Poi parlando con gli altri ognuno ha iniziato a dire quando sarebbe partito…per alcune persone mi sono sorprendentemente ritrovata a starci male. Male davvero. È lì che ho capito che mi sto irrimediabilmente affezionando.

La serata è stata magnifica perché capire di provare questi sentimenti mi ha fatto sentire a casa. La casa non è il posto dove se manca una persona ti dispiace? Beh, allora ho realizzato che Ish può essere una mia casa. Ah, e ho anche scoperto che ho degli amici: ieri per la messa non è che non mi hanno cercato o non mi hanno aspettato, semplicemente non sono andati manco loro.
Comunque, chiusa parentesi, la serata è finita con me che ho imparato una canzone giapponese in onore del ragazzo che parte e…. non so come sia potuto succedere ma a un certo punto stavo insegnando l’Italiano a Olga, Fatima e Alim (che ora che ci penso forse si scrive “Halim” con l’H)!...credo sia stata una cosa inconscia…siccome non riesco a parlare inglese insegno agli altri l’Italiano! Nel fare questa lezione ho sentito che per terra si era asciugata la pioggia, che nel cielo c’era ancora l’arcobaleno e che me ne potevo andare a letto serena per tutte le cose con cui la vita mi ha fatto confrontare oggi.

3 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

mi hai fatto commuovere...

almeno a qualcosa servo in questo mondo..

love

10:10 PM

 
Blogger Monia ha detto...

...scusa perchè eri convinto del contrario? Inizio a credere che la mia mancanza ti deprima troppo....che fine ha fatto il ragazzo solare che ho baciato per la prima volta 4 anni fa?

10:50 PM

 
Anonymous Anonimo ha detto...

va e viene..
come il sole..va e viene..ogni tanto piove..ogni tanto c'è il sole..ogni tanto fa il temporale..poi ritorna il sole..

love

11:10 PM

 

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