mercoledì, aprile 22, 2009

America, puntata quattro. Secondo giorno di lavoro.

Non sono molto brava nello scrivere, o almeno non mi reputo tale. Fatto sta che oggi m’è successa una cosa strana. Magari mi sbaglio, ma credo mi siano toccate due notizie abbastanza importanti per essere il secondo giorno all’Ansa. Non certo di rilevanza mondiale, ma che bello seguirle!

Cominciamo dal principio. Come richiestomi stamattina sono arrivata in redazione alle 8, in tempo per sfogliare qualche giornale e arrivare alla riunione delle 8.30 leggermente preparata. Piccola precisazione: dopo anni di stage vari ormai credevo di sapere come funzionano le riunioni di redazione, e invece…c’è sempre qualcosa da imparare. La riunione a Washington non si fa solo tra i redattori ma in AUDIOCONFERENZA con New York e Roma al contempo. Una cosa da film (ci sarà un motivo se la stragrande maggioranza dei film è ambientata in America?...qui è tutto più figo che altrove). Comincia Cristiano, il caporedattore, elenca gli avvenimenti che ha in scaletta per la giornata, poi gli rispondono da New York aggiungendo altri eventi e intanto da Roma prendono nota. Ad un certo punto sento una voce familiare proporre un servizio da New York…un servizio sulle università di Harvard…la classica cosa da stagista… so chi è: Alfonsiiiinooo!!!! (per chi non conoscesse il personaggio si rimanda ai post sull’altro stage, quello alla Gazzetta di Mantova l’estate scorsa….a proposito, breve intermezzo, non so se mi leggono ancora ma mando un saluto a tutta la redazione sportiva di cui conservo un affettuoso ricordo).
Prendo la parola (come al solito sono fuoriluogo!): “Ciao Alfy!” e lui: “Oh, Ciao Mò, ben arrivata!”. Cristiano: “Monia, tu hai da proporre qualcosa?”, io: “no no, stavo solo salutando il mio amico Alfonso!”…poi ho precisato: “è che oggi preferisco studiare come funziona la faccenda della riunione domani do il mio contributo attivo!”. Chiuso collegamento, tutti a lavoro.

Non mi è toccato in sorte nulla. Penso che la giornata sarà come quella di ieri…poco lavoro. Non faccio in tempo a pensarlo che Cristiano mi fa: “Monia, sono rimasti fuori i quattro morti a Baltimora, li fai tu?”. Io tutta contenta: “Si si!”. Hanno fatto tutti una faccia strana nel vedere il mio entusiasmo… ma che ne potevano sapere loro di quanto mi intrigava la cosa? Era un giallo coi fiocchi! Unico dato certo: quattro persone rinvenute morte in una camera d’albergo. Com’erano morte? Chi erano? …tutte cose che avrei dovuto scoprire io.

Inizio le mie ricerche ma niente, la polizia non dichiara nulla…indice però una conferenza stampa all’una. Volevo continuare a cercare notizie per mio conto ma tempo dieci minuti Cristiano arriva con un invito: “La regina Rania di Giordania presenta un progetto per la scolarizzazione dei bambini. Ci vai tu?”. Io: “Quando?”. E lui: “Ora!”. Bene, dico che vado. Scopro che è solo al piano di sopra dell’edificio. Mi fanno una lettera, l’accredito, e devo portarmi dietro il passaporto.
Prendo l’ascensore, 13esimo piano del National Press Building, sede del Press Club. Uno dei posti più lussuosi dove sia mai stata…scene da “Mamma ho riperso l’aereo – mi sono smarrito a New York” con Kevin che alloggia all’Hilton. Moquette rossa a terra, tutto è in marmo dalla scrivania appena si scende dall’ascensore alle colonne…tutto. Stupendo. Mi seguo questa conferenza (una delle poche interessanti in 6 anni di conferenze che seguo) con Rania che è bellissima, meglio che in tv e bambini in rappresentanza dei vari paesi del mondo che avevano risolto benissimo il problema della differenza di lingua parlandosi a gesti. Erano fortissimi…tutti diversi, vestiti eleganti che comunicavano così. I bambini sono stupendi hanno capacità che crescendo perdiamo.
Comunque, il succo della faccenda era la presentazione d’un libro che verrà distribuito a 10 milioni di bambini e famiglie nel mondo, l’ultima pagina va rispedita indietro con le firme di tutti quelli a cui ognuno è riuscito a farlo leggere e le varie firme avrebbero costituito una petizione per chiedere ai vari governi di intraprendere azioni positive in favore della scolarizzazione. Il libro era composto da 12 favole scritte da personaggi illustri tra cui Paolo Cohelo e la regina Rania, appunto. Il progetto era ambizioso: creare un fondo monetario internazionale a favore della scolarizzazione con lo scopo di dare a tutti i bambini del mondo (sono 75 milioni quelli che oggi non possono andare a scuola!!) l’opportunità d’una educazione di qualità… tutto questo entro il 2015. Non fossi in America direi che è impossibile, ma se anche il presidente Obama (forse sulla scia dello “Yes We Can”che l’ha portato alla vittoria) ha promesso 2 miliardi di dollari per la creazione del fondo, questo progetto dev’essere più che realizzabile…serve il contributo di tutti, è ovvio, ma..Yes, We can.

Finita la conferenza torno giù e scrivo l’articolo. Mandato anche questo con poche correzioni. Mi rimetto al lavoro…devo scoprire che è successo a Baltimora. Continuo le mie ricerche e scopro un sacco di dettagli. Non è chiara la modalità della morte (la rivelerà l’autopsia domani), però si tratta di una famiglia newyorkese di probabili origini italiane (il cognome è “Parente”). Prendo le dichiarazioni della polizia e della scientifica e faccio dei dettagli il pezzo forte del mio pezzo(scusate il gioco di parole): dal ritrovamento dell’auto della famiglia alle indagini del dipartimento di medicina legale nell’albergo, dalle dichiarazioni ufficiali dei dipendenti dello Sheraton (l’hotel era quello) a quelle ufficiose degli ospiti. Consegno il mio pezzo, praticamente convinta di vincere il Pulitzer, e scopro che deve essere lungo la metà. Me lo tagliano, via tutti i dettagli per cui avevo tanto faticato. Vabbè… se non m’avessero toccato manco un pezzo i primi due giorni qui sarei stata Indro Montanelli. Ho imparato che la scrittura d’agenzia è “stringata” (tale il termine che hanno usato) e che quando ti dicono 20 righe le righe devono essere 20 anche se tu hai scoperto cose ce vanno in 50. Beh…sono qui per imparare. Oggi la prima lezione. Domani cercherò di non commettere lo stesso errore. ;)

Fine giornata. Arrivo a Ish. Cena. Oggi conosco due persone nuove di cui già non ricordo i nomi…devo trovare una soluzione per questa faccenda dei nomi: continuo a chiedere “what’s your name?” da due giorni…mi prenderanno per scema! Comunque le due persone nuove studiano giornalismo ed è stato bellissimo confrontarsi. Una ragazza Olandese e un ragazzo … ecco, di lui non mi ricordo manco il paese…bene! Comunque era europeo…Spagna! Me lo sono ricordato! Dicevo…è stato bello parlare di interessi comuni con due perfetti sconosciuti. Inizio a prenderci gusto con questa cosa… Al tavolo con noi altri sei ragazzi (i tavoli sono grossi e quadrati così che ci si può sedere in molti e tutti si possono guardare in faccia) e tutti a farci domande, come se la nostra fosse la professione più bella del mondo. Per me lo è sennò non avrei deciso di studiarla, ma per loro…boh, certe cose mi sfuggono.

Abbiamo affrontato un sacco di argomenti tutti insieme, dalla libertà di stampa alla formazione dell’opinione pubblica, al potere dei media. Una discussione davvero affascinante. Dai temi profondi, così profondi che per parlarne eravamo a momenti costretti a tornare bambini, a parlare a gesti come i bimbi che ho incontrato questa mattina.

5 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

"Non sono molto brava nello scrivere": MAI HAI DETTO UNA CAZZATA PIù GRANDE DI QUESTA!

non puoi capire quanto riesci a emozionare..

love

3:33 PM

 
Blogger Monia ha detto...

Eh, ma non vale: tu non solo in genrale SEI DI PARTE, ma al momento sei anche emotivamente coinvolto in tutto cio' che mi accade! ...cosi' siamo buoni tutti a emozionare, non trovi? :)

10:57 PM

 
Anonymous Anonimo ha detto...

..e continua a dire cavolate.. :-)

love

10:22 PM

 
Blogger Gonzalo ha detto...

Il diario americano è davvero molto bello Monia.
Grazie!
Buon lavoro, ti abbraccio.

3:22 PM

 
Anonymous Anonimo ha detto...

bisogna solo ammirarla...

9:59 PM

 

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