sabato, aprile 25, 2009

Washington Dc, puntata sei. Finalmente il sole.

Finalmente il sole. Lunedì scorso pioveva, e pioveva di brutto. Tutta la settimana c’è stato un cielo plumbeo e un freddo che m’ha fatto ringraziare il consiglio di mio padre (cito testualmente: “portati un maglioncino che in valigia non ti pesa ed è sempre utile! Quando andammo in Sardegna da ragazzi con la Forestale prima tutti m’hanno preso in giro perché m’ero portato il maglioncino, poi la sera battevano le brocchette”, che tradotto vuol dire “battere i denti per il freddo”).

Non ha più diluviato come il primo giorno, ma l’umidità era talmente alta che ho rinunciato a lisciarmi i capelli: per una settimana look da bomboletta di porcellana…capelli coi boccoli. Non posso farci niente, se cade una goccia i miei capelli si mettono in piega da soli, così!
Oggi c’è stato il sole. Una magnifica giornata. Mi sono svegliata di buon umore, sul telefono un messaggio di Francesco che s’era ripreso dal malcontento di ieri ed era alle prese col nodo della cravatta per andare a una conferenza… Sapere di buon umore lui mette di buon umore anche me. L’umore è una malattia. È contagioso.

Il sole nel cielo, il sole nel cuore. Un bell’inizio.

Ho perso tempo a fare non so cosa così sono arrivata a colazione in ritardo. Ho preso il latte di fretta e sono corsa fuori mangiando il plumcake per strada. Questo è stato il momento in cui ho notato che in America fare colazione per strada è una tradizione. Sono pure organizzati: hanno dei bicchieri stile Mc Donald che però trattengono il calore e dai quali tutti devono il cappuccino per strada…con la cannuccia. Per quanto la cosa mi attiri da morire so che devo cercare di NON farla…metti che mi piace così tanto da farla diventare un’abitudine, tornando in Italia come mi guarderebbero nei bar se chiedessi una cannuccia per bere il cappuccino?

Gli unici che non bevono sono in tenuta sportiva che portano a spasso il cane, corrono o vanno in bici (gli americani ci vanno col casco, le ginocchiere, le gomitiere, il tutore per il polso e a questo punto non mi stupirei se sotto i calzini avessero pure i parastinchi). Non ho mai visto nessuno fare tanto sport all’aria aperta come gli americani. Corrono a tutte le ore del giorno e dovunque. Al parco come in mezzo ai grattacieli. Non fa differenza.

Entro al National Press Building e mi vesto (vedi capitolo uno: gli americani sono dei pazzi dell’aria condizionata) e passo una bella giornata. In redazione si respira un bel clima..c’è molto da fare, ma questo non rende le persone nervose o scontrose, anzi. Hanno tutti un buon carattere e mantengono la pazienza…secondo me si stanno americanizzando: gli americani non se la prendono per nessuna cosa al mondo. Take it easy!

Nella pausa pranzo decido d’andare a perfezionare la mia pratica al Press Club. Ieri Maria m’aveva convinto a farla…non aveva dovuto insistere molto: l’idea mi stuzzicava… avrei potuto far parte del club di giornalisti più esclusivo del mondo. Siccome c’è il sole faccio il giro di tutto il piano per andare dall’altra parte a prendere l’ascensore a vetri, così posso salire 13 piani guardando la fontana al centro della struttura allontanarsi…mi piace questa sensazione. Piccola parentesi: devo scoprire perché è piena di monetine…mica è la fontana di Trevi?! Eppure c’è qualcuno che ci butta dei soldi…

Comunque arrivo, pago 40 euro (meno d’un dollaro al giorno per la mia permanenza qui), ricevo in cambio la mia tessera di “socia” che mi apre un mondo. E anche non mi aprisse niente avrò qualcosa di cui vantarmi al mio rientro in Italia: adesso sono importante!

Scherzi a parte, sono contenta del mio investimento, speriamo si riveli fruttuoso. Tornando ho fatto amicizia con uno scoiattolo…camminavo per Lafayette Park quando il simpatico animaletto ha cominciato a correre verso di me. La sua simpatia era diventata inversamente proporzionale alla distanza che lo separava da me: più si avvicinava meno mi stava simpatico. M’è salito sulla gamba, mi sono spaventata a morte, l’ho scrollato, è caduto (era arrivato appena al ginocchio) s’è messo a correre in direzione contraria, è risalito sull’albero dal quale era sceso e da li m’ha fissato per un bel po’. Credo mi fissasse perché ridevo…non so perchè mi sono spaventata tanto e così m’ha preso a ridere da sola. Oltre a lui anche la gente mi fissava ..non sono sicura avessero visto la scena, ma sogghignavano pure loro. Magari ridevano per me, ma magari erano semplicemente contenti che dopo cinque giorni di pioggia fosse tornato il sole.

1 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

ahahahahhahah lo scoiattolo ahahahhahha..


love

2:47 PM

 

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