venerdì, aprile 24, 2009

America, puntata cinque. L'ala segreta del castello, i draghi e le principesse

Giornata pesante. All’Ansa eravamo in pochi e c’era molto da fare. In tutto mi sono occupata di 5 pezzi con svariati argomenti che, in generale, non credo sia tanto, ma al terzo giorno di lavoro, con la tastiera americana e con programmi appena imparati (e a dirla tutta manco troppo bene!) non è proprio una passeggiata.

Imbocco Cunnecticut Avenue. Sono quattro giorni che la faccio e ho il sentore che non sia proprio il percorso più breve per arrivare a Ish, ma ieri avevo provato a cambiare strada col risultato che mi sono persa e me ne sono accorta solo dopo aver percorso due chilometri nella direzione sbagliata. Risultato: volevo metterci 5 minuti di meno, ci ho messo quasi un’ora di più.
Al mio arrivo salgo di fretta in camera: voglio provare a sentire Francesco con Skype…in Italia è mezzanotte, forse faccio ancora in tempo. Mi aveva scritto una mail in cui avevo percepito che oggi qualcosa al lavoro era andato storto ed ero un po’ preoccupata.

Riesco a beccarlo, ma parlare è un’impresa, la linea cade costantemente. Non riusciamo a dirci nulla di più di quello che era contenuto nella mail e dopo un po’ sono costretta a lasciar perdere: se non mi muovo perdo la cena.

Scendo in sala con lo spirito di chi ha avuto una giornata non proprio delle migliori, stanca per il lavoro e preoccupata per Francesco. Arrivo che tutti i tavoli sono pieni e la cosa stranamente non mi dispiace: mangerò al tavolino vuoto da sola e poi me ne andrò a letto. Sono talmente presa dai miei pensieri che non mi accorgo neanche che sui muri della sala sono comparse delle foto e che i tavoli sono pieni di rose (non in un vaso, proprio buttate alla rinfusa) e piccoli libri. C’era anche uno schermo gigante per le proiezioni, ovviamente non ho notato manco quello.

Mi vado a sedere tanto tranquilla e arriva Leo (il ragazzo dei paesi bassi di ieri): “What are you doing here?Come with us!”. Insiste che devo spostarmi al loro tavolo, gli faccio notare che non c’è la sedia e ne prende una, persevero nel dire che sul tavolo con gli altri il mio vassoio proprio non c’entra ma a nessuno importa più di tanto quello che dico: in tre mettono i vassoi verticalmente rispetto a se stessi e si ci entra…un po’ stretti ma si ci entra.
E’ questo il momento in cui noto le rose, i libri e lo schermo…mi sento dire che oggi è Saint Jordi, “il giorno delle rose e dei fiori”. Nell’aria percepisco, per la prima volta da quando sono qui, che non sono l’unica a non capire.


Mangio la mia “Pepperoni Pizza” (la Diavola qui si chiama così) e le alette di pollo piccanti. Poi si alzano dei ragazzi e tutto si spiega: loro sono della Catalogna e ci tenevano a festeggiare QUI la loro festa nazionale. È stato questo il momento in cui ho capito che Ish non è esattamente in America, ma in una dimensione parallela in cui si festeggiano tutte le feste nazionali di tutte le nazioni del mondo come se fossero la propria, e lo stesso vale per le feste religiose. Ovviamente una cosa del genere è pensabile solo negli Usa…cedo che in qualsiasi altra parte del mondo tu te ne esca dicendo: “Ohi, oggi vogliamo festeggiare per la festa nazionale spagnola?” o “tedesca” o “sud africana” o “australiana”, tanto è lo stesso, ti prenderebbero per matto. Ho un sacco di amici che si lamentano per la perdita di “nazionalismo (usi, costumi, tradizioni) in Italia a causa degli immigrati” e forse prima un po’ la cosa preoccupava pure me, ma oggi ho capito una cosa… non è per colpa loro che perdiamo le nostre tradizioni, ma per la nostra cattiva volontà di mantenerle. Nuove tradizioni non cancellano le vecchie, al massimo possono portare qualcosa in più. Cancellano quello che c’era prima quando a nessuno gliene importa di cosa ci fosse.

Comunque, chiusa questa parentesi filosofica, torniamo a Saint Jordi. A quanto pare ha salvato la moglie, una bellissima principessa, uccidendo il drago che le sputava fiamme addosso. Non appena il drago morì il calore delle sue viscere fece fiorire tutto intorno a loro. Ecco spiegate le rose. Nel giorno di Sint Jordi gli uomini regalano una rosa alle donne veramente importati (mogli, fidanzate, mamme, nonne, sorelle, amiche vere) e le donne li ricambiano con un libro. Nel solo giorno di oggi a Barcellona sono stati venduti un milione di libri…tanto per dare un’idea.
Abbiamo visto un video sulle tradizioni legate alla festa (compresa una torre umana di non so quanti metri!) e poi ci hanno detto che le rose e i libri erano per noi.
Ho preso un libretto, non una rosa. Primo perché la rosa avrebbero dovuto regalarmela e non mi sembrava tanto di rispettare la tradizione regalandomela da sola, e secondo perché ho qualcuno a cui regalare il libro…non posso darglielo nell’immediato, ma non credo Saint Jordi si arrabbierà per due mesi esatti di ritardo nella consegna… l’importante è darlo a una persona importante che oggi, tra l’altro, era giù di morale.

Stavo parlando con Diana (francese…sto imparando i nomi!) quando vedo Fatima sbracciarsi dalla porta della mensa.. Che cavolo era successo? Ero dalla parte opposta della sala, creo il panico per passare e vedo tre ragazze nuove arrivate. Credo che Fatima sia stata solo gentile nel farmi conoscere gli ultimi arrivati così da poter fare facilmente amicizia e mi presento. Poi è la loro volta: “Ciao, sono Claudia” e io: “com’è andato il viaggio?” lei: “bene, bene”. Poi si sono presentate le altre due, ma ci sono volute altre cinque o sei battute per capire che STAVAMO PARLANDO ITALIANO! Ora capivo perché Fatima mi aveva chiamato!!! Praticamente la Luiss ha mandato qui delle ragazze per uno scambio e siccome loro sono convenzionati (diciamo “raccomandati”) a loro è consentito arrivare in più d’uno dalla stessa nazione…non che mi dispiaccia, anzi! E le ragazze sembrano pure simpatiche, quindi.. ;)

Le sorprese non sono finite. Parliamo un po’ in Inglese (sennò povera Fatima, era estromessa dalla discussione) e loro vanno a sistemarsi. Io rimango a fare compagnia a Fatima che collabora con Ish e oggi ha il turno in portineria. Arriva un’altra ragazza, una delle poche americane. Parliamo e lei rimane esterrefatta nel sapere che io non ho mai visto la lavanderia…decide di mostrarmi dov’è.

Voi non potete capire. La lavanderia non è nulla di entusiasmante: piccola, triste, buia e pure rumorosa con le macchine in funzione. Ma per arrivarci … praticamente davvero come in Harry Potter ci sono i passaggi segreti! Da una porta ad arco in legno, stile gotico, abbiamo avuto accesso ad un’ala della casa che non avevo mai visto: le scale antincendio che vi sono dietro collegano alla lavanderia (seminterrato), alla sala ricreativa (maxischermo, tavolo da ping pong, giochi vari, film… al primo piano), alla stanza per stirare e alla libreria che avevo già visto in passato (secondo piano), alla piccola palestra (quarto piano). Poi siccome la scala saliva ho chiesto che c’era sopra: “The roof”, il tetto. Volevo vedere. Ovviamente per questioni di sicurezza la porta era chiusa, ma era a vetri. Washington era una serie di puntini luminosi e sono certa che se mi fossi potuta affacciare meglio si sarebbe vista anche la luce della cameretta di Malia e Sasha.

Diciamo che il mio progetto di cenare da sola e andarmene a letto è abilmente fallito, ma ho avuto di molto meglio da fare. Qui non finisco mai di scoprire. E dopo la stanchezza mi è tornato il buonumore. L’America fa quest’effetto. Credo che funzioni anche a distanza. Quando Francesco saprà (ora presumo e spero stia dormendo!) del libro che lo aspetta per il giorno “del libro e delle rose” un sorriso scapperà anche a lui e al diavolo se ha avuto una giornata storta…andrà stupidamente sorridente a comprarmi una rosa che appassirà molto prima del mio ritorno.

3 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

la rosa te la prendo fresca al tuo ritorno...

ghiiiiiii

:-)))))))))))))))))))

love

11:43 PM

 
Blogger Monia ha detto...

Posso avere anche un palloncino??? di quelli che volano, con l'elio dentro!!! Ti prego, è tutta la vita che lo sogno...pleeease!!!

Lo sapevo che facevi questo proposito...ah ah, ti conosco troppo bene...

1:35 AM

 
Anonymous Anonimo ha detto...

Perche non:)

1:31 PM

 

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