venerdì, giugno 12, 2009

Washington Dc, puntata ventuno. La mia prima scena del crimine




"Andiamo a pranzo, andiamo apranzo, andiamo a pranzo". Ieri Luca (l'altro stagista dell'Ansa), puntuale come sempre, si e' presentato con la solita finta insistenza alla mia scrivania per andare a pranzo. Con altrettanto finta espressione scocciata gli ho detto che andavamo, mettendo in piedi la consuetudinaria scenetta quotidiana che si ripete verso l'una dal giorno del suo arrivo.

Usciamo, destinazione Mc Donald. Per la strada, come sempre, parliamo dello stage e del futuro del giornalismo, l'importanza delle nuove tecnologie e il cambiamento del mondo della comunicazione. Luca e' appassionato di tecnologia, videogame, computer e affini. Il suo preferito e' l'I-phone...io ho provato a spiegargli che il Black Berry e' meglio perche' l'I-phone e' piu' un giocatoletto per adolescenti, ma non glielo ripetero' piu'... e' cosi' appassionato che potrebbe prenderla come un'offesa personale.

Avevamo appena finito di degustare il nosto Mc Chicken quotidiano quando squilla il mio telefono. Un vecchio motorola gentilmente concessomi dall'Ansa per ricevere chiamate in America. Quel telefono non ha internet (ovviamente) , non ha la fotocamera e non ha nemmeno gli mms. Pero' chiama e riceve...che non mi pare poco. Al telefono era Marco: "C'e' stata una sparatoria al museo dell'olocausto, e' subito dopo il Mall, andate li' immediatamente e vedete che succede".

E' la mia prima scena da l crimine: arriviamo che la polizia sta chiudendo tutta la zona coi classici nastri gialli. E' pieno zeppo di forze dell'ordine: dai poliziotti a cavallo all'esercito, agli artificeri, ai due elicotteri che sorvolano rumorosamente la zona disturbando il lavoro di tutti gli altri. Ci sono miriadi di giornalisti, e una trentina di televisioni.

Ci mettiamo una vita a capire cosa fosse successo, le informazioni arrivano frammentate e ogni volta chiamiamo in redazione per aggiornare i dati che hanno. Alla fine di tutto scopriremo che un novantenne pazzo e farneticante per la supremazia della razza ariana era entrato al museo armato di fucile e aveva sparato cinque colpi uccidendo una guardia prima d'essere a sua volta ferito. Ma mentre eravamo li' dovevamo districarci tra la gente che correva, la polizia che tentava di ammassare tutti i giornalisti in uno spazio troppo angusto e i trucchi per terra. Ebbene si, perche' quando da casa voi vedete lo stand up dei giornalisti li vedete dalla cintola in su...io ieri ho scoperto cosa c'e' sotto: qualcuno indossava addirittura le ciabatte, ma tutti avevano una trousse piu' o meno piccola coi trucchi, uomini compresi. Sopratutto uomini. Il piu' bello di tutti era un signore pelato che ogni qual volta si spegneva la telecamera si incipriava la testa. Alle due del pomeriggio a Washington (la citta' piu' umida d'america) con 35 gradi all'ombra stare sull'asfalto al sole a lavorare e' davvero dura. Sopratutto se sei pelato.

Io giravo col mio taccuino e la mia penna alla ricerca di turisti che si fossero trovati dentro al momento della sparatoria. Appunti, appunti, appunti. Idem per la conferenza stampa del sindaco (inciso: il Washington Mayor e' pelato pure lui, ma per lui niente cipria...quando l'ho visto in tv c'era uno srano effetto: sembrava si stesse squagliando!) e quella del capo della polizia. Dato che c'ero, con la mia macchinetta (ho questa pessima abitudine di portarmela sempre dietro) ho scattato qualche foto.

Intorno a me la gente ha super teleobiettivi, videocamere e Black Berry con cui manda le notizie in redazione. Luca e' disperso...per un po' ci siamo persi di vista.

Torniamo in redazione distrutti dopo due ore. Io sembro uscita dalla doccia tanto sono sudata, luca dal forno: era rossissimo, sembrava fosse andato in spiaggia il 15 agosto senza protezione solare. Marco aveva fatto il pezzo mixando le nostre info con quelle della tv. Il servizio l'avevamo portato a casa...con carta, penna e calamaio, ma l'avevamo riportato. Era stato cosi' eccitante. Sembravo una giornalista in missione nel futuro col mio taccuino e la mia biro, ma l'importante era avercela fatta.

(Inciso: A un certo punto avevo pure chiesto al capo della polizia di fare lo spelling del suo nome per essere sicura d'essermelo appuntata bene sul mio mini-taccuino rosso rubato a mio fratello prima di partire. Dopo esser toranta in redazione gli altri che avevano seguito la cosa in tv m'hanno chiesto: "Ma eri tu ad aver chiesto al polizioto lo spelling del nome? Ti sei sentita dal microfono della Cnn!"...che vergogna...)

Seduta alla mia scrivania a godermi la bendetta aria condizionata mi viene un dubbio: "Marco, ma come mai avete chiamato me e non Luca?" e lui: "Perche' l'I-phone di Luca squillava in redazione quando abbiamo chiamato!". Luca: "Eh, l'ho lasciato qui! ma ti pare che vado a pranzo col telefono, per 5 minuti!". Io: "Luca, ma mi spieghi che te ne fai dell'I-phone se non te lo porti dietro quando serve?". Marco: "avresti potuto farci le foto". Io: "Guarda, io se la volete qualche foto ce l'ho... l'ho fatta con la mia macchinetta, che e' tipo una macchinetta gioccatolo Fisher-price, pero'...".

Non sono convinti. Mi metto a scaricarmi le foto sul computer per conto mio: se loro non le vogliono le metto su facebook... Mentre sto facendo questo lavoro le faccio vedere a Marcello e Luciano. "Ok Monia, chiama l'infografica: sono meglio di quelle che abbiamo comprato dai fotografi, gliele mandiamo". Ho rinunciato ai miei diritti sulle foto e alla possibilita' di metterci il nome (temevano potessi fargli causa per essere assunta!) pero'...sono uscite sul sito dell'Ansa (nonostante la risoluzione non rispettasse gli standard) e su tutti i circuiti dei giornali.
Se avessi voluto dei soldi non me le avrebbero pubblicate... ho deciso che m'andava bene il mondo vedesse le mie foto e le mie tasche non vedessero una lira, tanto ci sono abituate. La soddisfazione mi basta.

MORALE DELLA FAVOLA: Cosa ho imparto oggi per la mia futura carriera? Che devo assolutamente comprare un Black Berry se voglio sopravvivere ma che bisogna sempre portare sempre con se carta, penna, calamaio, macchinetta fisher price e telefono dell'anteguerra, perche' e' vero che l'I-phone contiene in se' tutte queste cose ma se lo si lascia in redazione per andare a pranzo i vecchi mezzi possono rivelarsi ancora moooolto utili....

3 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

quella dello spelling è spettacolare sto ancora ridendo....ahahahah!!!

che brava che sei...

anche se .... MA OGNI GIORNO MC DONALD?!??!?!
love

11:19 PM

 
Anonymous Pinuccia ha detto...

grande cronista d'assalto!!! Sei sbarcata sulla CNN! Mica cotica!

2:13 AM

 
Blogger Monia ha detto...

Simpatici...tutti a prendere in giro... :(

3:39 AM

 

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