mercoledì, luglio 07, 2010

Ciao Niccolò

“Vorrei avere più fortuna che talento”. Un attimo e quel vorrei diventa un “avrei voluto”. Un attimo e quel tuo status è diventato la tua ultima frase su facebook. Un attimo ed è chiaro a tutti che, evidentemente, la vita ti ha dato più talento che fortuna.

Niccolò, non si fa così. Io e te eravamo partiti proprio col piede sbagliato: ti ricordi quando ti litigai perché eri sparito alle 11.30 tra l’altro senza salutare? Il giorno dopo mi rispondesti strafottente che “ti era scaduto il parcheggio”. In pochi mesi hai cambiato atteggiamento. Ieri sei rimasto fino all’una, mi hai chiesto il permesso di scendere a firmare l'uscita e hai detto: “ci vediamo domani”. Ieri hai salutato, ma oggi non sei tornato. Forse ti preferivo strafottente Niccolò, quando andavi via senza salutare però tornavi, allora non eri bugiardo. Ieri lo sei stato.

Niccolò, all’inizio di questo master non facevo altro che rimproverarti. Uscivi prima, andavi e venivi, ti fingevi zoppicante per farti dare passaggi in ascensore dal portiere, ti rifiutavi di fare i compiti che ritenevi noiosi, hai dato del “vecchio” ai prof e quando richiamato hai finto di non ascoltare per poi rispondermi: “Domani vado in barca, vuoi venire?”.

Eri proprio indisponente Niccolò. Talmente impertinente che all’ultima tua bravata non ho potuto far altro che sorridere: litigarti non serviva a nulla. Come potevo non ridere quando mi presentasti la ripresa che mi avevi fatto di nascosto mentre litigavo a un tuo compagno per un ritardo? Avevi l’espressione talmente ragazzina che ho dovuto lasciar correre e dirti: “bravo, questo sì che è stare sulla notizia”.

Forse è una coincidenza ma dopo quel “bravo” detto un po’ per gioco sei cambiato. Non so dove hai nascosto l’irriverenza, ma un giorno sei arrivato perfino a chiedermi se si potevano mettere i bermuda in redazione. Dall’andarsene senza salutare al chiedere il permesso pure per i pantaloni... complimenti per il cambiamento Niccolò! Forse nella vita avevi bisogno solo di un po’ di incoraggiamento per dare il massimo, chissà. Quel che è certo è che il primo servizio che ti fu assegnato lo facesti fare tutto a una tua collega mettendo solo la firma e prendendoti il merito, l’ultimo (dopo quel “bravo”) è tuo: traspare la tua goliardia da quelle immagini.

Bravo Niccolò, devo dirtelo di nuovo, sei migliorato molto in questi tre mesi. Ieri avrei voluto dirtelo ma temevo ti montassi la testa, allora abbiamo parlato d’altro. Io cercavo di farti concentrare sull’audio che dovevi leggere per la radio ma tu niente: pur di non concentrarti ti sei improvvisato latin lover facendomi improbabili proposte di fidanzamento per settembre… con gli occhi azzurri incastonati su quel viso abbronzato sembravi un attore d’altri tempi.

Nonostante la sceneggiata (che aveva fatto sorridere mezza redazione, tecnici compresi) al momento di registrare hai letto inaspettatamente bene. Niccolò, mi dispiace dirtelo ora ma ti ho sgamato anche stavolta: pensavo fossi diventato improvvisamente un genio della dizione invece ho scoperto che avevi provato e riprovato a leggere in bagno quelle righe.

Eri così Niccolò, in studio non ti potevi far vedere di sbagliare, neanche durante una prova. Allora provavi in bagno e venivi già preparato. Eppure come la mascheravi male la tua insicurezza: “Monia, ti siedi vicino a me mentre leggo? Non che mi devi dire se sbaglio ma mi fai compagnia”.

In quello studio, mentre “ti facevo compagnia”, come dici tu, abbiamo parlato di tante cavolate. Dei capelli che ti saresti tagliato a fine luglio per evitare di doverli mettere in mano a qualche barbiere americano “sai, ad Agosto vado a Los Angeles, sto un mese: mica mi posso tagliare i capelli lì! Chissà come c’avrò i capelli a fine luglio, un cespuglio in testa! e tu che fai?”.

Mi metteva in difficoltà dirti che voglio fare il cammino di Santiago de Compostela: uno abituato alle vacanze che fai tu pensavo non avrebbe capito. La tua reazione alla mia risposta è stata un sorpreso “Davvero vai a Santiago?!”…pensavo che al tuo stupore seguisse uno dei tuoi soliti sberleffi invece… “non ci credo: è una cosa che voglio tanto fare anch’io! È solo che non so con chi organizzare, io volevo fare il cammino francese, tu quale fai?”. “Quello Niccolò, non tutto però eh, solo gli ultimi 230 Km…”, “Monia dai, non scherzare, senti: fai tante foto che a settembre le voglio vedere! Dai, ci tengo, falle eh!”.

Niccolò, io le foto le faccio ma… ma ieri sera un attimo ha deciso per te: un attimo ha deciso che non andrai a Santiago chissà quando, che non vedrai le mie foto a settembre, che non andrai a Los Angeles ad Agosto e non ti taglierai nemmeno i capelli a fine luglio.

Giusto ieri avevo capito che la tua era la sfrontatezza dei timidi, non mi hai dato modo di capire altro di te. Peccato Niccolò, mi sarebbe piaciuto avere la possibilità di conoscerti meglio.


p.s. il post che prece questo è nato proprio in seguito alla chiacchierata di ieri con Niccolò. Lui è il primo della lista: “il più spaventoso è solo il più spaventato”. Quando l’ho scritto non potevo sapere che non l’avrei più rivisto

3 Commenti:

Anonymous Pinuccia ha detto...

bellissimo post, Monia. Si legge tanta spontaneità e molta malinconia in questo scritto. Sono commossa.

1:57 PM

 
Blogger Monia ha detto...

Oggi ci sono stati i funerali, ma la cosa peggiore è stata un'altra: non puoi capire cosa è stato rivedere oggi il servizio con la sua voce, il servizio che aveva fatto per il tg di Lumsa News il giorno stesso dell'incidente.

6:50 PM

 
Anonymous Anonimo ha detto...

stupendo e toccante.
non lo conoscevo ma, leggendo queste cose, avrei voluto conoscerlo.

love

2:35 PM

 

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