venerdì, dicembre 15, 2006

Da carnefice certo a vittima dubbia di una strage

Erba è un piccolo paesino tranquillo del comasco. Una di quelle cittadine che per definizione si dice “ridente”.Una di quelle insomma “in cui non succede mai niente”.
Solita vita, dove la cosa più strana che può capitare di vedere è che la figlia di un imprenditore decida di sposarsi con un magrebino, che per di più ha avuto problemi per spaccio di droga. Insomma, niente che vada al di là di fatti prelibati per il pettegolezzo delle “comari di paese”.
Almeno fino a Lunedì scorso, perché la storia della figlia dell’imprenditore e del magrebino finisce sui giornali e sui tg di tutta Italia. La tranquilla vita di Erba viene sconvolta da un evento drammatico, che ha fatto rimpiangere a tutti la monotonia di quando “non succedeva mai niente”.
Raffaella (così si chiama la figlia dell’imprenditore) viene trovata morta ammazzata in casa sua insieme al figlioletto Youssuf, alla nonna del piccolo, e ad una vicina di casa. Unico sopravvissuto alla strage il marito di quest’ultima, portato d’urgenza in ospedale, ma in condizioni tali da non essere in grado di dire cosa è successo.
Chi è l’assassino? Facile: il marito magrebino, Azouz Marzouk. L’unico membro della famiglia non presente sulla scena del delitto. Ne vivo, né morto. Questo è stato sufficiente a far ricadere tutti i sospetti su di lui. Li ha uccisi ed è fuggito. Almeno la stampa lo ha dato per certo.
Se non fosse che il giorno dopo i tabulati telefonici hanno mostrato che proprio la sera della strage Azouz aveva chiamato dalla Tunisia la moglie e il figlioletto. Se non era sulla scena del delitto quindi era perché era tornato in patria per qualche giorno, e non perché “assassino efferato”che si era dato alla fuga dopo aver commesso il delitto come tutti avevano immediatamente pensato.
Da carnefice a vittima. Ma allora chi può essere stato?
Ripartono le indagini. La scena del delitto parla chiaro (almeno secondo gli inquirenti): chi è entrato in casa non solo lo ha fatto facilmente perché tutto lascia presupporre che la stessa Raffaella gli abbia aperto, ma si è accanito sulle vittime sgozzandole con un coltello, dopo averle stordite con un oggetto contundente non ancora identificato. La tecnica è quella nordafricana. Ad uccidere quindi uno o più magrebini. Non ci sono dubbi.
Il fatto che Azuoz fosse in Tunisia si spiega in due modi: sapeva dell’arrivo del commando e è fuggito qualche giorno prima lasciando moglie e figlioletto in balia degli assassini (come a tutte le comari di paese piace dire nei propri discorsi), oppure il commando ha proprio aspettato che lui non ci fosse per entrare in case e fare la strage…una vendetta trasversale, per qualcosa andato storto con una partita di droga (come invece ritengono più verosimile gli inquirenti).
La verità difficilmente salterà fuori. Azuoz sembra sapere molto di più di quello che ha detto agli inquirenti,ma…ma a volte la paura è più forte della voglia di far giustizia.
Intanto ci saranno dei funerali, e l’unico superstite della mattanza si sta riprendendo…e tutti sperano che riesca presto a parlare.
Chi per avere giustizia, chi per fare pettegolezzo…almeno finchè non ci sarà qualcosa di nuovo di cui parlare…in attesa di un'altra Cogne, di un’altra Novi Ligure…di un’altra Erba. Qualcosa che possa trasformare tutte le comari di paese in investigatrici che ne sanno sempre una più del maresciallo, e i giornalisti in sentenziatori di verità non ancora accertate…meglio smentire una notizia poi,che dover evitare di far diventare certo un sospetto, permettendo a tutti di spettegolare sulle vere vittime delle tragedie: i sopravvissuti, che dovranno continuare a vivere col dolore, e portando il peso degli occhi di tutti su di loro.

1 Commenti:

Blogger freesud ha detto...

NO-PONTE

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